Paolo muore in cella a 19 anni: non c'è ancora un perché

Lioni, la madre del giovane straziata dal dolore. Ma ancora nessuna spiegazione.

Paolo è morto in cella a Zurigo. Nessun indizio che faccia pensare al suicidio o all'intervento di terzi. Bisognerà aspettare l'esame autoptico.

Lioni.  

Il diciannovenne Paolo Rosamilia è morto lontano da casa, in una cella. E nessuno conosce il motivo. A partire dalla madre del ragazzo, straziata dal dolore.

Il dramma della famiglia Rosamilia si è consumato qualche giorno fa. Quando il cadavere di Paolo è stato trovato in una cella del carcere di Zurigo. Era lì da un paio di giorni per violazione della legge di consumo e spaccio di droghe.

La polizia cantonale – nella propria ricostruzione – dice di non aver trovato nella cella segni che possano ricondurre all'ipotesi di suicidio o alla presenza di terzi.

Un giallo che dovrà aspettare almeno un mese per essere risolto. Tanto ci vorrà prima di visionare i risultati dell'esame autoptico.

Gli investigatori mantengono un riserbo strettissimo sulle indagini. Sono stati ascoltati diversi profili legati al carcere svizzero. Ma l'esito degli esami – anche quelli tossicologici – sarà fondamentale per risalire alle cause del decesso del giovane. Poi il corpo potrà finalmente tornare a casa.

Intanto la comunità altirpina del sindaco Yuri Gioino è a lutto da giorni. Nessuno riesce a capacitarsi per la morte del giovane Paolo.