Vuole acquisire beni camorra: bruciati terreni della moglie

Il caso, la solidarietà al sindaco di Quindici di Iandolo Libera

Quindici.  

Si indaga sul rogo che ha interessato i terreni della moglie del sindaco  di Quindici Eduardo Rubinaccio. Il primo cittadino vuole acquisire  aptrimonio del Comune i beni  confiscati alla camorra. Dopo due giorni dal consiglio in cui si è parlato e discusso dell'iniziativa sono bruciati  i terreni della moglie. Aveva già subito intimidazioni il sidanco di Quindici. Un episodio su cui si indaga, che torna a far tremare il Vallo.
La solidarietà di Francesco Ianodolo referente di Libera: «Serve una vera rivoluzione culturale, soldiarietà a Rubinaccio». I fatti sono accaduti la scorsa notte. L'assise si era riunita la scorsa settimana.

«Abbiamo appreso con preoccupazione il grave episodio accaduto nelle scorse ore a Quindici dove sono stati incendiati alcuni fondi di proprietà della moglie del sindaco Eduardo Rubinaccio, al quale va la nostra solidarietà. Proprio oggi, infatti, arriva in consiglio comunale la proposta di delibera di acquisizione di nuovi beni confiscati sul territorio comunale». Spiega Iandoli.

«Un atto necessario, questo, per permettere che i beni diventino proprietà del comune di Quindici, che solo da quel momento potrà avviare, come auspichiamo, una fase di riflessione e progettazione di riutilizzo di questi beni comuni.

La nostra associazione, da ventidue anni attiva per la promozione della legge 109/96, e che da quasi dieci anni lavora con azioni di animazione territoriale nel Vallo di Lauro, ha già accompagnato realtà sociali all’impegno per riutilizzare i beni confiscati di quella comunità. 

A fronte di questo atto intimidatorio che non colpisce solo il sindaco ma mira a screditare ed arrestare un processo di cambiamento in atto da tempo, siamo convinti che serva sicuramente più coraggio e determinazione, una vera rivoluzione culturale, che rimetta al centro il riuso sociale di quei beni come opportunità e motore dello sviluppo di un’intera comunità, a partire dal Maglificio 100 Quindici Passi, come esperienza da tutelare e valorizzare e da cui intessere una rete positiva di sviluppo di Quindici e del Vallo di Lauro.

La presenza, la prossima settimana, di una decina di volontari provenienti da tutta Italia, sarà l’occasione per aprire spazi di riflessione comune con il contributo di tutti. Un cambiamento necessario da fare insieme per scrivere nuove pagine di bellezza di quel territorio, troppo spesso macchiate ancora dalla evidente presenza della camorra».