di Andrea Fantucchio
L’Irpinia in questi giorni è stata colpita da un’emergenza idrica. Seguita al mal tempo. Contatori rotti a causa del gelo e acqua che manca in molti comuni. Tanti disagi per gli utenti. Una di loro ci ha contattato, raccontandoci la sua storia.
Diana Colucci di Paternopoli ha vissuto una settimana davvero dura. Mentre nel resto del paese tornava l’acqua, nella sua contrada i rubinetti restavano a secco.
Poi Diana ha provato a contattare disperatamente Alto Calore ma era tutto inutile. Nessuno riusciva a rassicurarla. Fino a quando è giunto un aiuto inaspettato e risolutivo. Ascoltate la sua lettera.
"Domenica 8 gennaio. In casa è iniziata a diminuire l’acqua. Ho pensato a un’emergenza idrica. Come me vivranno questa situazione in tanti: bambini, anziani, disabili. Tutti avranno le stesse difficoltà. Bisogna rassegnarsi e avere tanta pazienza.
Lunedì 9 gennaio. Stessa situazione. In casa un filino d’acqua. Non bastava neppure a lavarsi le mani. Nel pomeriggio, ho iniziato a chiamare gli uffici dell’Alto Calore.E lì è cominciata una storia incredibile. Fino a ieri ho vissuto una settimana paradossale. Sei giorni. Un giro di telefonate tra l’ufficio guasto di Alto Calore, numeri di reperibilità di zona, numeri di emergenza e distretto "Alto Calore Alta Irpinia".
Per informare chi di dovere del disservizio.
In paese la situazione si stava risolvendo. Ma a casa continuavamo a non avere acqua.
È qui che nasce la rabbia. Da utente. Gli operai mi rispondevano con sufficienza. Mi dicevano di avere pazienza. Che i tubi erano ghiacciati e ci voleva tempo prima che si scongelassero. Mi spiegavano la situazione.
Un dipendente mi ha detto: “Guardi, molto probabilmente la tubatura che fornisce l’acqua a tutta la zona si trova in un punto del terreno più alto rispetto a voi. E quindi ci vuole più tempo. Prima che si scongeli.”.
Mi sono voltata verso la finestra e fuori c'era un sole meraviglioso. Nel frattempo nessuno era venuto a controllare il contatore. E’ come se un paziente chiamasse il proprio medico per lamentarsi di un dolore. E il dottore rispondesse con nonchalance: “Questa è la diagnosi”.
Senza aver sottoposto il paziente a nessuna visita. Insomma, avevano preso la situazione sottogamba secondo me.
Allora ho capito che da sola non avrei risolto nulla. Così giovedì ho chiesto l’intervento del vicesindaco di Paternopoli, Raffaele Barbone.
Solo grazie a lui io e i vicini della contrada Cupitiello abbiamo riavuto l’acqua. Alto Colore non è intervenuto con decisione fino a quando non hanno forse capito di aver preso la situazione alla leggera. I loro uffici erano tempestati di chiamate provenienti di contrada Mattine. Anche lì mancava l’acqua. La situazione era più grave del previsto. Così sono intervenuti con l’operaio Antonio Martino.
Affiancato da Michele Santoro, ex dipendente Alto Calore in pensione. Santoro conosceva la zona e si era reso disponibile su richiesta di Raffaele Barbone.
Grazie Vicesindaco, per aver cercato di casa in casa quei contatori rotti. Contatori che perdevano acqua e nessuno avrebbe mai trovato. Grazie Vicesindaco per il tempo prezioso che ci ha dedicato.
Se non fosse stato per te, probabilmente staremmo ancora aspettando che i tubi si scongelassero. Grazie per aver mosso le istituzioni che troppo spesso chiudono la porta e non ascoltano con attenzione noi cittadini".
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