«Il Comune di Pago Vallo Lauro è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche nel 1993 e nel 2009. Credo che vi siano fondate possibilità che a questi due scioglimenti ne segua un terzo». Le parole del Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli, coordinatore della Dda di Napoli, potrebbero rivelarsi profetiche e abbattersi come una scure sul Municipio irpino, dal giugno scorso guidato da un nuovo sindaco, Antonio Mercogliano, che è il nipote di Giuseppe Corcione, suo predecessore ed ora in carcere.
Infatti, per il Procuratore Borrelli «la vicenda di Pago è sintomatica dei rapporti esistenti tra camorra e pubbliche amministrazioni, in Bassa Irpinia e nell'area Nolana». «Ma è anche sintiomatica - aggiunge il capo della Direzione Distrettuale Antimafia - dell'incapacità dello Stato ad eliminare le storture che si evidenziano nell'agire amministrativo dei singoli comuni. Lo Stato interviene efficacemente a reprimere, ma non riesce ad evitare che determinati fenomeni avvengano. Lo dimostrano i ripetuti scioglimenti del Comune di Pago Vallo Lauro per infiltrazione camorristica. Da circa 25 anni, non si riesce ad evitare che in questo Comune il fatto che la camorra gestisca la pubblica amministrazione, ed è una cosa grave. Tra l'altro l'ex sindaco Corcione era componente del Consiglio Comunale del 2009, sciolto per infiltrazione mafiosa. Inoltre, si registra una singolare comunanza di altri soggetti dello stesso Ente».
«La zona del Vallo di Lauro e il Nolano rappresentano in questo momento il teatro dei principali macro-fenomeni di criminalità organizzata sui quali si trova ad operare la Procura di Napoli. Le vicende che hanno riguardato nei mesi scorsi, in particolare quella dell'inchino, testimoniano efficacemente quello che è un sentimento diffuso nella zona, che va ricostituendosi. I sequestri di Arma nella zona di Nola ribadiscono questo particolare allarme per ciò che sta avvenendo in questi territori».
«I camorristi di questa vicenda, Luigi Vitale e Giulio Maffettone, erano esponenti del Clan Cava. Dico "erano", poiché Maffettone è stato ucciso recentemente in un agguato di stampo mafioso. Vitale, invece, secondo noi non lo è più esponente del Clan Cava. Non perchè si sia messo a lavorare onestamente, piuttosto perchè ha mutato collocazione criminale. Le intercettazioni - aggiunge il procuratore Borrelli - dimostrano come la camorra governasse direttamente il Comune di Pago Vallo Lauro. Determinate scelte amministrative avvenivano solo con il consenso di Vitale e Maffettone, quindi il Clan Cava».
C'è poi la posizione dei "colletti bianchi" arrestati. «In più di un'occasione - tuona il dottor Borrelli - hanno mostrato un senso di fortissima contiguità con gli esponenti della criminalità organizzata, tant'è vero che numerose intercettazioni individuano, da parte di questi "colletti bianchi", un senso di forte avversione alle forze di polizia, assolutamente analogo a quello che di solito mostrano i camorristi. La vicenda ha un carattere particolare perché dimostra come alcuni amministratori locali non siano affatto preoccupati di avere un rapporto con le organizzazioni mafiose. Anzi, lo ostentano. Se ne fanno vanto. Forse, perché ritengono che ciò possa recare loro un favore elettorale. E nelle carte anche di questo v'è traccia».