«Povero figlio, s'è inguaiato una vita per una scemità». Lo ha ripetuto più volte l'anziana signora beccata a commentare, ieri sera sul sagrato della Chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli, il "guaio" combinato da F.F.A., il 31enne di Pago Vallo Lauro che, a Somma Vesuviana, ha pugnalato per ben 8 bolte S.E., classe '67 di Marigliano, causandogli lesioni gravi e bucandogli un polmone. Il giovane è stato arrestato nel pomeriggio di ieri e si trova ora in una cella del carcere di Bellizzi Irpino, con l'accusa di tentato omicidio aggravato.
A mettergli le manette ai polsi i Carabinieri della Compagnia di Baiano, su disposizione dei colleghi di Somma Vesuviano. Lo hanno raggiunto a Lauro, dove si era nascosto dopo aver accoltellato il 49enne. Messo alle strette ed incalzato dalle testimonianze raccolte, è stato lui stesso a confessare ai militari quello che era successo, indicando anche il tombino all'interno del quale aveva celato il pugnale (è quello della foto). «L'ho accoltellato perché ero geloso, non doveva permettersi di parlare con la mia ragazza», avrebbe dichiarato F.F.A. ai carabinieri che indagano sul movente, ancora in corso di accertamento, ma verosimilmente di natura passionale e personale.
Dunque, sarebbe stata la gelosia a muovere la mano armata del 31enne di Pago Vallo Lauro che a Somma Vesuviana ci è arrivato in compagnia di un amico, del tutto estraneo alla vicenda ma la cui posizione sarà ulteriormente valutata nelle prossime ore dai Carabinieri. Si sarebbe dovuto chiarire con il rivale. L'incontro è avvenuto in via Vignariello. Dalle parole, però, ben presto si è passati alle coltellate. La vittima è in prognosi riservata. Soccorso dai passanti, l'uomo è stato trasferito in ospedale, a Nola. Le sue condizioni sono preoccupanti. I medici lo hanno ricoverato in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita.