Sono morti abbracciati. Uccisi dall'eroina. A 20 anni

Una delle storie di droga più terribili di sempre. Ad Atripalda. Era il 2005.

Due ragazzi trovati nella pineta San Gregorio. Sembrava stessero giocando. Ma erano lì, immobili. Da ore. Forse dalla sera precedente.

Atripalda.  

 

di Luciano Trapanese*

Un abbraccio mortale, sotto un gazebo ricavato tra gli alberi della pineta San Gregorio, ad Atripalda. Due ragazzi, uniti fino all'ultimo respiro da un demone comune: la tossicodipendenza da eroina.

D.T., 21 anni, residente ad Atripalda, e G.P, 20 anni, di Avellino: sono stati trovati morti ieri mattina da alcuni ragazzi che passeggiavano tra i sentieri del parco atripaldese.

(Vi riproponiamo una delle storie di droga più sconvolgenti mai accadute in Irpinia. Era il maggio del 2005. Abbiamo deciso di non scrivere per esteso i nomi dei ragazzi, per rispetto nei loro confronti e nei loro familiari, così duramente colpiti da quella tragedia)

G. era steso sul terreno, tra gli aghi di pino e i cespugli. D., inginocchiato, aveva il viso poggiato sul collo dell'amico: stava cercando di rianimarlo, forse con la respirazione bocca a bocca, quando anche lui è stato colto dal malore. Un malore fatale, che gli ha stroncato la vita in pochi secondi.

Quando i ragazzi hanno notato i due giovani sotto il gazebo non si sono allarmati. «Sembrava stessero giocando». Si sbagliavano. Quella persistente immobilità era più che sospetta. D.e G. erano fermi come statue. Morti già da diverse ore.

Sono arrivati i carabinieri e poi le ambulanze della centrale operativa del 118. I medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sono morti durante la notte, forse addirittura nella serata di domenica.

I due giovani erano stati visti spesso nella pineta, uno dei luoghi più frequentati dai tossicodipendenti della zona. Domenica sera erano arrivati alle 21. A bordo di una Ford Fiesta, che è stata trovata parcheggiata a poche decine di metri.

All'interno dell'auto i carabinieri hanno rinvenuto due telefoni cellulari e un portafogli. Si esclude quasi del tutto che D. e G. fossero con altre persone. Da una prima ricostruzione i ragazzi avrebbero raggiunto da soli pineta San Gregorio.

Alle 14,30 è arrivato sul posto anche il medico legale, il professor Paolo Picciocchi. Un esame esterno dei cadaveri ha avvalorato (ma non ce n'era bisogno), la tesi della dose fatale.

Nella mano sinistra Diego stringeva un accendino. In tasca è stata trovata una siringa. I loro corpi sono stati trasportati nell'obitorio del Moscati. Questa mattina gli inquirenti della procura di Avellino affideranno l'incarico per l'autopsia.

L'esame accerterà in modo definitivo come e perché sono morti i due giovani. Se si è trattata di una overdose o se invece a uccidere D. e G. è stata una dose killer, tagliata con sostanze tossiche e venduta a prezzi stracciati nel quartiere ghetto di Secondigliano.

I carabinieri hanno ascoltato per tutta la giornata gli amici e i familiari dei due ventenni. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita dei ragazzi. Nel mirino c'è lo spacciatore che ha venduto le dosi letali. Il timore è che altra droga tagliata male sia in circolazione. E che altri consumatori siano a rischio.

Nella zona di Pineta San Gregorio, che è a pochi passi dal campo di bocce dove venne ucciso, qualche anno fa, Franco Liotti, si è recata anche il sindaco di Atripalda, Carmale Rega.

I corpi dei due giovani sono stati portati via poco prima delle sedici. Per l'intera mattinata erano rimasti lì, sotto quel gazebo.

Da lontano nessuno avrebbe mai immaginato che fossero morti. D. e G., abbracciati, all'interno di uno dei parchi più belli della provincia, davano l'impressione di giocare, divertirsi. Proprio come hanno raccontato i testimoni. Ma non si trattava di un gioco. Era un dramma. Il loro dramma.

 

*Questo articolo è stato pubblicato nell'edizione cartacea di Ottopagine in edicola il 18 maggio del 2005.