Venticano: alloggi a disposizione degli sfollati umbri

Un gesto di straordinaria solidarietà, uno slancio che unisce l'Irpinia all'Umbria.

Il sindaco: "Noi ci siamo- ha detto Luigi De Nisco, e siamo pronti a ospitare."

Venticano.  

Un gesto di straordinaria solidarietà, uno slancio che unisce l'Irpinia all'Umbria. Il sindaco di Venticano, Luigi De Nisco, colpito emotivamente da quanto sta avvenendo in Centro Italia nelle ultime ore ha messo a disposizione degli sfollati alcuni alloggi comunali, e lo ha fatto attraverso la Protezione Civile.

"Noi ci siamo- ha detto Luigi De Nisco -, e siamo pronti a ospitare. Aspettiamo adesso una risposta dall'Umbria. Non si può essere indifferenti davanti a tanta devastazione. Sappiamo che significa e non giriamo certo la faccia". Il dolore dei giorni del sisma dell'80 è ancora vivo sebbene da allora siano passati 36 anni.

L’Irpinia non potrà mai dimenticare quella triste domenica del 23 novembre 1980. Interi paesi polverizzati. Numeri impressionanti  di un disastro avvenuto in un poco più di un minuto infinito.  2914 morti,  8.848 feriti,circa 280.000 sfollati. Un ipocentro di circa 30 km di profondità  che colpì un'area di 17.000 km²  dall'Irpinia al Vulture,  a cavallo tra le province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti furono Castelnuovo di Conza, Lioni,  Conza della Campania, Laviano,  Sant'Angelo dei Lombardi. Crolli e devastazioni ovunque. A Balvano sotto le macerie della chiesa dell’Assunta morirono 77 persone, di cui 66 bambini e ragazzi che stavano partecipando alla messa. I primi telegiornali fecero un doppio disastro, spostando l'attenzione in tutt'altra zona ma pian piano la vera catastrofe venne fuori in tutta la sua grandezza. Un esercito di volontari giunti da ogni parte d'Italia, una solidarietà indescrivibile, che l'Irpinia oggi vuole ricambiare con amore e convinzione, dopo aver vissuto sulla propria pelle quel dramma, che qui sa ancora di dolore e paura tremenda ad ogni minima scossa di terremoto. Una ferita che forse non potrà mai essere rimarginata. 

Gianni Vigoroso