di Simonetta Ieppariello
Lo hanno sempre chiamato “pazzo”. Anche le sue cugine, le sue sorelle che in quella carica vitale leggevano la diversità. Eppure non si tratta di follia ma di idee chiare, portate avanti con perseveranza e soprattutto coraggio.
Questa è la storia di un successo italiano all’estero. Questo è il racconto della vita di un ragazzo irpino, Gesualdino doc, che ha avuto caparbietà e talento tanto da riuscire a sfondare nel mercato canadese. Si chiama Raffaele Bettalico e a soli 34 anni ha un suo brend con un marchio e 12 bar avviatissimi e soprattutto celebri nella città di Toronto.
E’ lui il fondatore, con il suo socio Carmine Costantino, di Zaza Espresso Bar dodici punti di ritrovo sparsi in posti strategici di Toronto. Dieci anni per tessere la trama precisa di una strategia di ristorazione autenticamente all’italiana. Anzi alla napoletana. Bar diventati celebri innanzitutto per qualità. Sì perchè nella fredda Toronto il caffé e cappuccino veri napoletani, l’espresso di gusto hanno sbancato. Nel progetto di creare bar Bettalico creato quattro gustose qualità di caffè, tutte miscelando i migliori caffè: la linea bar, il decaffeinato, la qualità casa e quella moka. Ora Zaza è diventato un marchio sinonimo di accoglienza e gusto diventando tappa obbligata per chi ha voglia di sentirsi a casa. Sempre.
L’atmosfera è quella che ha decretato il successo esplosivo. Non un take away ma, anzi, un posto raccolto e intimo, nella frenetica marcia quotidiana di chi lavora e vive in città. Un posto bello in cui ad accoglierti c’è proprio la faccia immortale di Totò con la sua spalla d’eccezione Peppino che mostra il volto, l’espressione, insomma la faccia di chi gusta, in estasi, una profumata tazza della bevanda nera, concentrata e cremosa, come piace a noi campani.
Si chiama Zaza e anche i network canadesi parlano di lui come un fenomeno che sta attraversando in lungo e in largo uno stato intero.
Un mercato commerciale vocato all’ospitalità gli ha garantito il successo. Perchè questo è il concept Zaza fermarsi per gustare, parlare e prendersi il proprio tempo. All’italiana. Meglio ancora alla napoletana. «Mi piace parlare anche di connessioni quando racconto la mia storia - spiega -. Alla base del mio lavoro ci sono tante relazioni quotidiane che curo con passione con altri professionisti e clienti che ruotano intorno ai nostri bar creando un’atmosfera davvero unica».
La storia di Raffaele Bettalico inizia così. Attraversare il mondo per vivere la vita che hai sempre sognato. Attraversare l’oceano perchè, in fondo in fondo, lo sognavi da quando eri piccolo mentre suonavi la tua batteria con gli amici. Pensare al tuo progetto e disegnare la tua strada. Saperlo fare con destrezza e rapidità. Insomma, quello che sanno fare solo i veri italiani.
Molla tutto Raffaele Bettalico, studi, casa e famiglia e parte. Prima gli anni della riflessione. Viaggia, esplora, si guarda intorno e visita New York e poi il Canada. Vuole capire gli States e l’altro stato. Vuole capire come funziona e come potrebbe funzionare per lui all’estero in un mercato più grande e più generoso.
«Ho sempre guardato a questa terra con la consapevolezza che proprio qui arriva quel ponte diretto dall’Europa. Qui gli europei si sentono a casa, si sentono ancora ancorati alle proprie origini e tradizioni - spiega Bettalico -. A differenza degli stati Uniti il senso di appartenenza resta molto più radicato. Non si creano comunità a parte, ma ci si sente europei in terra canadese».
A chi sogna di seguire il suo esempio, Raffaele consiglia di partire con un progetto chiaro, di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà, e di tenere duro perchè all’estero la storia cambia.
«Il Canada è una terra generosa - spiega -. La burocrazia non crea ostacoli, ma agevola un’impresa sana e virtuosa nel rispetto di regole chiare e precise ma non paralizzanti». Tutto inizia esattamente quindici anni fa.
«La mia mente e il mio spirito sono state sempre fortemente irrequiete. Volevo uscire dall’Italia. Volevo scoprire un estero lontano. Volevo varcare l’Oceano. Arrivai in Canada con un mio amico sodale, Virginio Pesiri. Qui c’erano i suoi parenti. Li abbiamo raggiunti per una vacanza. Subito mi colpì la sensazione del sentirmi a casa, del riconoscermi in piccoli dettagli di una città che mutava e cresceva. Particolari che hanno subito fatto parte di me. Il Canada, capii subito, era legato intimamente all’Europa. Il Canada era il posto giusto». Nella mente di Bettalico prende forma la view, la vision. «Vennero gli anni fondanti del mio lavoro quelli in cui inizia a creare le connection, le connessioni. Conobbi il mio socio, Carmine Costantino e iniziammo a scrivere la nostra storia. Una relationship e friendship che si è rinsaldata in cinque anni trascorsi nell’andare e venire tra Canada e Italia. Io da lui e lui da me. Due italiani che anno dopo anno si sono scambiati dati e identità».
Cinque anni di plenning perchè nascesse Zaza espresso bar. Zaza senza l’accento come lo dicono proprio i canadesi, perchè così tutti si sentissero a casa.
Sì perchè la canzone degli anni del dopo guerra di Raffaele Cutolo è, per l’inventore di Zaza, quella parola semplice che ci fa sempre sentire a casa, anche nel lontano Canada.
«Quando penso alla mia Campania mi risuona sempre nella mente questa canzone, ambientata nella festa di San Gennaro che parla di una bella donna napoletana. Quattro lettere in fila, due sillabe semplici come una buona e profumata tazza di caffè. Quando penso a quella canzone ricordo mio padre, Giuseppe, che non c'è più e che mi ha insegnato tutto, ad avere forza e coraggio, a credere in me e a perseverare». Posti con l’anima che diventano punti di aggregazione di Zaza Espresso Bar. «Quando ho costruito la catena di bar ho replicato lo stesso modello posti piccoli e caldi: posti con l’anima. Ora qual è il mio sogno? Arrivare negli States».
Raffaele ora ha una famiglia splendida. In Canada ha conosciuto e sposato una donna bellissima, Bianca, e ha un bambino meraviglioso: Nicolas Giuseppe. Guardandosi indietro sorride perché pensa che, in fondo in fondo, tutto il cammino fatto gli è sembrato breve e intenso.
Zaza è diventato un posto culto e meta irrinunciabile per i vip in città. Come Roberto Benigni, Eros Ramazzotti, Antonio Conte, Checco Zalone, i Pooh, Al Pacino, Elvis Costello, Gianni Mina', Giancarlo Giannini e Michael Douglas. Tra i tavolini e profumi di questo bar che sta invertendo il concept di una sosta per un caffé da rapida e scattosa in serena e raccolta c’è la storia di un ragazzo semplice che con tanto coraggio ha costruito altrove la sua storia.
«Mi piace raccontare questo di me: ho sempre pensato che la vita di ogni persona è come un vestito da indossare. Auguro a ognuno di poterne scegliere uno bello, quello che si desidera, insomma quello giusto. La volontà resta la chiave di volta per chi ha un sogno e la caparbietà giusta per realizzarlo».