Il presidio ospedaliero Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi viene ripescato nella rete dell’emergenza. Il nuovo piano sanitario regionale licenziato dall’esecutivo Caldoro annuncia un recupero del piano ospedaliero del 2010 con cui il commissario Zuccatelli ha chiuso il presidio di Bisaccia e depotenziato quello di Sant’Angelo. Non solo. Oltre all’applicazione dell’ormai celebre decreto 29, meglio noto come “decreto salva Criscuoli” che sottraeva il presidio dalla politica di tagli e ridimensionamenti imposti alla sanità irpina, il comparto si ritiene blindato dall’ufficializzazione del Progetto Pilota per le aree interne, di cui l’Alta Irpinia è protagonista. Il dibattito degli amministratori infatti, si concentra al momento sul margine di deroga alle leggi regionali concesso alla costruenda piattaforma progettuale. La dottrina in voga fra gli addetti ai lavori non guarda però al recupero della condizione preesistente, ma alla possibilità di una pianificazione dal basso che tenga conto di una distribuzione equa del servizio, nell’ottica di una ottimizzazione delle risorse. Il Pronto soccorso del Criscuoli intanto ha sempre funzionato a pieno regime, avvalendosi di professionalità esterne e con la dotazione medico professionale garantita dalle unità operative. A distanza di quattro anni dalla manovra, la chiusura del Di Guglielmo viene vista dagli addetti del comparto provinciale come “il più grande sperpero di denaro a vantaggio della Basilicata”, in quanto il servizio soppresso non è stato adeguatamente sostituito. Altra storia è quella percorsa dal Criscuoli, che si ritiene congelato nell’applicazione del decreto numero 29 del 2012. Una misura che chiedeva la sottrazione del nosocomio dalla pianificazione regionale, che prevedeva la permanenza nella rete dell’emergenza- urgenza e ne chiedeva il potenziamento, con l’attivazione di due posti di terapia intensiva e la presenza del medico ortopedico, da affiancare anche all’unità operativa di chirurgia. Già il 4 luglio scorso, in occasione di una visita al Moscati e al plesso altirpino, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo aveva confermato che l’entrata in vigore del Patto per la Salute avrebbe ribaltato le sorti del comparto sanitario altirpino. Intenzione del Governo annunciata in quella sede infatti, è stata quella di recuperare come tema centrale il soddisfacimento dei bisogni per il cittadino, espropriando il calcolo ragioneristico dalla politica di investimenti nel comparto sanitario. Ma non è tutto. L’onorevole Federico Gelli, braccio destro del premier Renzi ha annunciato qualche giorno fa, non solo che la sanità campana resterà commissariata, ma anche che il prossimo commissario ad acta sarà di nomina governativa, espropriando di fatto la guida del settore dalla politica regionale. Poi arriva l’annuncio del Governatore campano Stefano Caldoro, che rilancia sul recupero di tagli imposti alla sanità con il decreto numero 49. In Alta Irpinia intanto, si accendono nuovamente i riflettori della campagna elettorale, pronti ad accogliere promesse e garanzie per il futuro.