Insicurezza. Forse troppa. Difficile accettarsi. Difficile volersi bene. Umiliante sentirsi derisi. Lo stare tra la gente diventa insostenibile. Quasi una condanna.
Ebbene sì, pesare 82 chili è dura. Specialmente quando si è soltanto dodicenni.
Tuttavia, bisogna battersi. Bisogna credere nelle proprie forze. Credere in sé stessi. Tutto qua.
Alessandra Picillo, diciassette anni, ne è la conferma. In sovrappeso per circa sette anni. Modello da seguire per quanti si lasciano cadere nello sconforto.
«Da piccola ero magrissima. Non assimilavo molto cibo - comincia a raccontare -. Addirittura mia nonna, disperata, tentava di cucinarmi della carne al mattino prima di andare all'asilo con lo scopo di farmi assumere un po' di ferro. Da lì i salumi a colazione erano all'ordine del giorno».
E' così che nascono abitudini alimentari poco sane. La situazione peggiora nel 2005. All'età di sei anni, Alessandra subisce una operazione alle tonsille. «Rimasi scombussolata. Dopo l'intervento, consumare del cibo era diventata la mia attività giornaliera principale. Divoravo qualsiasi cosa. Perlopiù snack e schifezze varie. I miei genitori non riuscivano a fermarmi».
Un'infanzia in continua lotta contro il peso. Peso che aumenta man mano. «Nei primi tempi non ci facevo caso. Notavo qualche chilo in più. Non mi interessava. D'altronde ero ancora una bambina», afferma sorridente.
A scorgere il suo notevole cambiamento è mamma Marcella. «Mia madre è stata il mio punto di riferimento. Grazie a lei ho visitato molti studi di nutrizionisti. Avevo solo nove anni ed ero già seguita da un dietologo. Solo adesso riesco a comprendere la gravità della cosa», dice.
Le diete programmate servono a poco. «Non le portavo mai a termine. Non mi sentivo pronta - continua -. Del resto, era la costrizione di mia madre a portarmi sotto cure dietetiche».
Il tempo scorre. Anno 2010. Inizio delle scuole medie a Montemiletto, la sua cittadina. «Pesavo ben 82 chili. Avevo solo dodici anni. Mi sentivo a disagio tra i miei compagni. Frequenti erano le prese in giro. Ne soffrivo.» - spiega con rammarico -. Purtroppo ero ben diversa dai canoni stabiliti di bellezza. E si sa, la società odierna tende a emarginare il diverso. Probabilmente per paura. Chissà».
La svolta si ha nel 2013. Alessandra decide di intraprendere un nuovo stile di vita. E' stanca dei commenti negativi sul suo aspetto fisico. Inoltre, ha la preoccupazione che la salute possa risentirne. «Sarei dimagrita. Costi quel che costi - confida con risolutezza -. Stavolta era diverso. Non era stato nessuno a spingermi verso una corretta alimentazione. Questa volta lo volevo io. Avrei imparato ad amarmi. Ed era quello che contava realmente».
Insomma, finalmente un qualcosa le è scattato in mente. Un qualcosa che le avrebbe cambiato l'avvenire. «Avevo acquisito una fermezza tale da convincermi che ci sarei riuscita. La dieta che mi imposi non era di alcun medico. Tutto fatto di testa mia».
Una sorta di sfida. Lei contro i chili da perdere. Lei contro i pregiudizi altrui. Lei contro la sua irrefrenabile voglia di cibo. In altre parole, lei contro sé stessa. «Il mio vero problema ero io. Sapevo che quel corpo non doveva appartenermi. La vera Alessandra era alle porte», racconta orgogliosa.
Passano i giorni. La massa corporea diminuisce. «Ero contenta. La mia vittoria più grande. Salire sulla bilancia per poi vedere il numero indicato ridursi di continuo - canta vittoriosa -. Inoltre, l'intensa attività fisica fece miracoli. Ormai la palestra era la mia quotidianità».
Arriva il 2014. Alessandra ha perso 30 chili. Ottimo risultato. «Assaporavo la felicità guardandomi allo specchio. Ero bella. Me lo sentivo dentro e fuori»
Non tardano ad arrivare i complimenti. Il suo nuovo aspetto suscita ammirazione. E perché no, anche un pizzico di invidia. Cinquantadue chili. Un metro e settantacinque di altezza. Parenti e amici la esortano a sperimentare il campo della moda. «Sfilare sulle passerelle è sempre stato un mio grande desiderio. Ciononostante, lo considero un hobby. Non l'ho mai preso sul serio».
Tutto avviene per gioco. «Una mia amica mi chiese di partecipare con lei a un concorso di bellezza. Inizialmente ero contraria. Lei però riuscì a convincermi».
Le due ragazze si recano a Serino, sede del concorso. Indossano abito e numeretto. Entrata sul palco. Il conduttore elenca i nomi delle partecipanti. L'ansia aumenta. «Era il mio primo debutto come aspirante modella. Il cuore batteva all'impazzata». Dopodiché, l'annunciazione delle vincitrici. Fortuna vuole che Alessandra sia una delle prescelte. Si aggiudica la fascia "Miss volto nuovo".
«Essere una delle vincitrici ha aumentato la mia autostima - racconta orgogliosa -. "Miss volto nuovo" mi ha aperto un mondo».
Un mondo fatto di concorsi come "Miss Irpinia", "Miss Afrodite" e "Miss Avellino". Altrettanto per le sfilate. «Sfilai la mia prima volta per l'atelier "Aimée" di abiti da sposa nel comune di Morra De Sanctis. Sembrava di toccare il cielo con un dito».
Il sogno prosegue. Undici giugno 2016. Alessandra compie 17 anni. «Ero abbastanza grande da poter fare domanda a una agenzia di moda. Incominciai così a cercare». Ricerche costanti. Risultato sperato. Occasione imperdibile. «Venni convocata all' "Alpa Model Agency" di Roma. Immediatamente feci le valigie. Partii con la mia mamma».
Calorosa accoglienza. La capitale è stupenda. Stilisti, fotografi e modelle risultano persone meravigliose. Contesto talmente perfetto da non sembrare esistente. «Lì ho stretto la maggior parte delle mie attuali amicizie - spiega con nostalgia -. Dopo qualche giorno ottenni il mio book fotografico. Sarebbe stato il mio biglietto da visita per i provini futuri».
Una settimana più tardi, Alessandra è di ritorno a casa. Soddisfatta della persona che è riuscita a diventare. Fiera del suo coraggio.
Il rapporto col cibo è cambiato. «Adesso seguo una dieta equilibrata. Mangio qualsiasi cosa. Certo, non esagero. E' chiaro».
L'esperienza a Roma le ha donato opportunità nell'ambito della moda. Ma gli obiettivi da raggiungere sono tanti. Alte le sue aspettative. Momentaneamente ha sospeso la collaborazione con l' "Alpa Model Agency". Purtroppo la disponibilità per andare nella capitale non c'è sempre.
«Appena compiuti i 18 anni, mi trasferirò nella "città eterna". Ho intenzione di frequentare una prestigiosa accademia di cucina. Cucinare è sempre stata una mia passione. E, ben venga, un futuro da modella».
Le chiedo di fare un appello a tutti gli adolescenti frustrati poiché intrappolati in un corpo deformato dal grasso. Mi risponde così:«Penso che la vera diagnosi dell'obesità sia la determinazione. E' stato questo il mio segreto. Vi porto il mio esempio. Ero in sovrappeso e ora sono una modella. Non abbiate paura di tentare a causa di un eventuale buco nell'acqua. Il vero fallimento consiste nel non provarci. Ricordate, chi non osa non vola».
Mariagrazia Mancuso
(una delle studentesse del corso di Ottopagine organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)