Con Vincenzo Ignelzi entriamo nella grotta di San Michele Arcangelo a Casalbore, per riscoprire la storia di questo luogo di devozione intorno al quale si ricorda da sempre un’antica leggenda che attribuisce ad una mucca la scoperta della cavità sotterranea. "Si racconta infatti di un contadino a cui misteriosamente dalla mandria, che teneva a pascolo, scomparve una mucca. Dopo vane ricerche si accorse che la bestia era sprofondata in una grotta sottostante.
L’accaduto come si può leggere dal sito Casalbore on line, fu interpretato dal popolo, accorso in aiuto, come un segno dell’Arcangelo Michele che già sul Monte Gargano si era servito di un toro per indicare il luogo ove voleva fosse eretto un altare.
"La grotta, sita al centro dell’importante viaria della valle del Miscano, fu subito meta di pellegrinaggi. L’otto maggio del 1701 papa Clemente XI concedeva le indulgenze a chi pentito confessato si recava in visita alla grotta. Ancora oggi il popolo casalborese nutre particolare devozione verso l’Arcangelo Michele." Amico di Michele Dotolo ad Ariano Irpino, quest’ultimo molto legato alla comunità di Monte Sant’Angelo, dopo essere stato accecato da una luce, una notte, memtre faceva ritorno a casa.
Un profondo devoto del santo, Vincenzo Ignelzi a tal punto da coinvolgere la comunità casalborese a scoprire una nuova statua che andrà ad affiancare quella già esistente nella grotta non più in grado di poter essere portata in processione e di subire movimenti.
Una celebrazione religiosa alla presenza di parroco e sindaco che quest’anno è stata resa ancora più suggestiva, alla vigilia dell’otto maggio, giorno dell’apparizione di san Michele Arcangelo sul monte Gargano in Puglia, al Vescovo Lorenzo Maiorano.
Gianni Vigoroso