Castel Baronia: Patrizia Reale scrive a Renzi

Ecco cosa accade nel mio Comune: "Così non si amministra, sono disgustata e pronta a dimettermi."

Quota rosa calpestata e atti amministrativi in contrasto con le norme vigenti. La denuncia del capogruppo consigliere comunale di minoranza Patrizia Reale...

Castelbaronia.  

Pronta a dimettersi dal suo incarico. Patrizia Reale, capogruppo consigliere comunale di minoranza a Castel Baronia medita di rinunciare all'incarico conferitole dai cittadini, ma prima di farlo come estremo tentativo, chiede aiuto a tutte le Istituzioni a partire da Governo Renzi.

Oggi, dopo tanta amarezza accumulata per l'indifferenza, l'insensibilità, l'essere ignorata, sottovalutata e probabilmente schernita, solo perché  attenta nel voler adempiere al proprio mandato nel rispetto delle Istituzioni e delle leggi vigenti, numerose richieste mai evase, men che mai espletate e più volte invano sollecitate, si vede costretta, senza alcuna velleità, bensì quale gesto nobile nei confronti dei propri cittadini ad informare  il Presidente del Consiglio Matteo  Renzi,  nonché  le altre cariche istituzionali  a partire dal Prefetto di Avellino Sessa, il Presidente della Regione Campania De Luca, la Presidente del Consiglio Regionale D’Amelio, il Presidente della Provincia di Avellino Gambacorta e la Consigliera di parità della Provincia Lo Mazzo.  

La dettagliata informativa:

La sottoscritta Patrizia Reale Capogruppo Consigliere di minoranza del Comune di Castel Baronia rende pubblica la presente informativa in quanto sono stati posti in essere atti amministrativi in contrasto con le normative vigenti e per dare impulso ai fondamentali principi di legge, manifestando l’insoddisfazione derivante dalla persistente inoperosità di questa amministrazione rispetto alla manifesta e più volte evidenziata mancanza di trasparenza.

Nel merito, per non aver evaso ad oggi le richieste presentate dalla sottoscritta nei termini di legge; per non aver adeguato lo Statuto Comunale datato 21/02/2004, in osservanza a quanto prescritto dalla legge e in attuazione della legge n.215 del 23 novembre 2012.

Inoltre, ha dovuto lottare per mesi al fine di  poter accedere a vari documenti amministrativi. Le risposte da parte dell’amministrazione Comunale: “si rappresenta che, alcune richieste non vengono evase in quanto afferenti situazioni di disagio economico personali, pertanto per ragioni di privacy non soggette a divulgazione. Si ricorda che per l’estrazione di copie dei documenti di che trattasi occorre presentare specifica e motivata istanza” 

Per quanto riguarda la modifica dello Statuto Comunale e quindi l’attuazione della legge della quota rosa in Giunta, la sottoscritta evidenzia gli adempimenti non ottemperati da questa amministrazione.

Subito dopo le elezioni la sottoscritta ha chiesto chiarimenti per l’assenza di componente femminile nella Giunta Comunale, il Sindaco risponde con prot 2567 del 25/06/2014 di aver interessato la Prefettura di Avellino circa la sussistenza o meno di tale obbligo.

Il Prefetto fa presente che “la legge215/2012 ha modificato il comma 3 dell’articolo 6 del T.U.E.L n 267/2000 prevedendo che gli statuti comunali stabiliscano norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e per “garantire” anziché promuovere come nella precedente formulazione la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del Comune e della Provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti. “Ai sensi del comma 2 dell’articolo 1 della legge 2015/2012 è previsto che gli enti locali, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge stessa, avrebbe dovuto adeguare i rispettivi statuti e regolamenti alle novellate disposizioni del comma 3 del succitato articolo 6 del T.U.E.L. il citato principio di garanzia della presenza di entrambi i generi nella giunta non e venuto meno per i Comuni con popolazione inferiore a 3000 abitanti a seguito dell’entrata in vigore della legge 56/2014 (c.d. legge Delrio, la quale, al comma 137 dell’articolo 1 si limita ,invece,solo a fissare una percentuale minima di presenza di un genere negli organi esecutivi dei Comuni appartenenti ad una classe demografica superiore a detta soglia”

Il Sindaco risponde: “Che ha provveduto ad interpellare le tre donne elette in seno alla sua compagine che hanno rifiutato nonché altre cittadine della società civile le quali anche loro hanno rifiutato anche contro lo statuto stesso del 2004 il quale non prevedeva di chiedere esternamente.” (Art 34 statuto del 2004) “possono essere nominati alla carica di assessore, nel numero massimo di due, se siano stati nominati almeno due assessori in carica come consiglieri, cittadini italiani non facenti parte del Consiglio in possesso dei requisiti di compatibilità ed eleggibilità  alla carica di consigliere secondo le leggi vigenti.”

Altre quattro cittadine ne fanno richiesta, il Sindaco precisa al Prefetto: “persone di genere femminile che hanno dato la loro disponibilità postuma a ricoprire carche assessorili sono acerrimi avversari della mia compagine amministrativa, legati da vincoli di stretta parentela e/o affinità a consiglieri eletti e non eletti di minoranza, come tali e altresì per carenza di specifiche competenze e attitudini, non meritevoli, a mio avviso, di assistermi nel governo collegiale dell’Ente”.

Una di queste cittadine, professionista affermata si appella al tribunale amministrativo regionale per essere eletta assessore ma siccome lo statuto del 2004 non prevede di eleggere assessori esterni viene rifiutata. Il TAR dice anche: “è evidente che la fissazione del numero massimo degli assessori operata da tale disposizione è incompatibile, allo stregua dell’attuale disciplina statutaria, con la stessa astratta possibilità della nomina di assessori esterni, che come si è visto presuppone, ai sensi dell’art 34, comma 3 , dello statuto, la presenza di almeno due assessori in carica come consiglieri. Né  potrebbe sostenersi che l’esigenza di dare attuazione all’art. 46, comma 2,  267/2000, ai sensi del quale “il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, i componenti della giunta” debba prevalere su ogni contraria disposizione, imponendone una  interpretazione funzionale alla piena operatività del principio di equilibrata composizione “maschile femminile” della giunta. Deve invero osservarsi, in primo luogo, che la citata disposizione statutaria non preclude in termini assoluti l’attuazione del principio suindicato, il quale può  (astrattamente) trovare esplicazione attingendo all’interno del consiglio comunale per la nomina dell’assessore o degli assessori degli di sesso femminile. Inoltre, la norma che impone la composizione mista dell’organo giuntale deve confrontarsi con le altre norme che ne delimitano ab externol’estenzione applicativa, come quella (statutaria) che stabilisce le condizioni per la nomina degli assessori esterni, la cui modifica o abrogazione, ove non indispensabile ai fini della operatività del suddetto principio (che, come si è detto, può comunque esprimersi, sebbene in misura attenta, effettuando la nomina del Consiglio comunale), non può che essere rimessa al corrispondente atto-fonte (nella specie, lo Statuto), senza che il giudice possa sostituirsi all’organo avente competenza in materia mediante l’esercizio di una funzione sostanzialmente creativa.Quindi anche il TAR li invita all’attuazione della legge vigente sulla quota rosa.”

Il Sindaco  in una intervista ostenta la vittoria legale sulla quota rosa. Purtroppo, è proprio questa la madre del problema, infatti lo statuto e del lontano 2004, ignorando tutti i dettati normativi successivi.

Il Sindaco sembra “legittimato” a ignorare le richieste, tanto da non sentire neanche il dovere istituzionale di dare risposte.

Dopo una Mozione 20/02/2015 presentata per modificare lo Statuto, il giorno 26 maggio senza portarlo nell’ordine del giorno comunica che ha intenzione di convocare una commissione per modificare lo Statuto, ma a tutt’oggi niente. Il Consiglio Regionale della Campania: Obbligo del rispetto delle quote di genere nelle Giunte Comunali.

Aggiunge che  “tralascio alcune “estemporanee” valutazioni fornite circa il rispetto della legge, come “malgrado ricerche di genere fatte, il sesso femminile non si e dimostrato interessato a ricoprire la carica” , ed altre amenità similari”. La ricognizione va fatta anche “esterna” al Consiglio Comunale, se peraltro, qualche Comune non ha ancora provveduto alla modifica dello Statuto, che prevede anche “Assessori Esterni” ha l’obbligo di modificarlo in tal senso, come prescrive la già citata legge.

L’appello finale di Patrizia Reale:

“Con il convincimento che a qualunque livello si è chiamati a rappresentare i Cittadini, bisogna farlo al massimo della disponibilità e della trasparenza, la sottoscritta  confida nelle varie istituzioni informate della vicenda per la risoluzione di questa annosa situazione.”

Patrizia Reale, ragioniera e giornalista pubblicista, nonché programmatrice informatico presso Eds Caserta per ben quindici anni, amministratrice società di Comunicazione per cinque anni, fondatrice e presidente ProLocoCastellese Castel per quattro anni, fondatrice e socia della Pubblica Assistenza ANPAS“GerardoColicchio”  di Castel Baronia, nonché responsabile amministrativo della società di comunicazione, è molto stimata per la sua serietà, abnegazione e particolare attenzione rivolta al territorio e in modo particolare ai giovani. Un impegno a tutto campo, dettato da un forte amore per la sua terra, che va ben oltre il ruolo di amministratore.

Gianni Vigoroso