Conza della Campania, un paradiso sepolto sotto le macerie del terremoto dell'80. Oggi vi portiamo a spasso nel parco archeologico che ingloba al proprio interno reperti di valore inestimabile che si affacciano su un paradiso altrettanto singolare: l’oasi naturale che si dipana sulle coste del lago dischiudendosi in un patrimonio di fauna e flora uniche al mondo.
La prima sensazione che si respira, quando si accede all’antico centro abitato, è che in quel 23 novembre di venticinque anni fa, un colpo indelebile sia stato inferto al cuore di questa gemma d’Alta Irpinia. Ma, scivolando fra gli stretti vicoletti del sito, ci si rende conto che la storia fluisca ancora intensamente, alimentando il complesso crogiolo d’arte e cultura. Spettacolari i resti dell’antica cattedrale settecentesca di Santa Maria Assunta in Cielo che, dopo il sisma dell’80, scoprì porzioni di mura appartenenti all’età romanica. Nella cripta, a far da padrona, è l’urna marmorea sulla quale sono incise due aquile che stringono fra gli artigli una ghirlanda di fiori e frutti, segno imperituro della forza e clemenza dell’impero romano e della fertilità di questa terra. Altrettanto suggestivi i resti dell’Antico foro, dell’Anfiteatro e del complesso termale della Vecchia via Fontana.
Andrea Fantucchio