Due nuovi studi americani segnalano un possibile legame tra il consumo di cannabis ed un aumento del rischio cardiovascolare, anche per gli adulti in buona salute.
Si tratta di risultati da valutare con prudenza, ma che potrebbero avere delle implicazioni cliniche importanti. Il primo studio, pubblicato dalla rivista scientifica “JAACC:Advance”, si basa su una vasta coorte di più di 4,6 milioni di pazienti.
I ricercatori hanno analizzato le cartelle sanitarie di persone dell’età di meno di 50 anni, senza antecedenti cardiovascolari, per un periodo di più di tre anni. I consumatori di cannabis presentavano un rischio moltiplicato per sei di andare incontro ad una crisi cardiaca, e per quattro riguardo un ictus cerebrale ischemico.
Il secondo studio, una meta-analisi raggruppante i dati di 12 lavori precedenti, riguardanti più di 75 milioni di persone, ha messo in evidenza un aumento del 50% di rischio di infarto del miocardio nei consumatori di cannabis. I ricercatori comunque restano prudenti dato che possono coesistere delle variabili quali l’assenza di dati precisi sulla durata o la quantità di consumo di cannabis, ma anche riguardo al consumo associato di altre sostanze quali ad esempio la cocaina.
Le ipotesi dei ricercatori
I ricercatori avanzano molte ipotesi per spiegare questi effetti: la cannabis potrebbe disturbare il ritmo cardiaco, aumentare il bisogno di ossigeno del miocardio, o provocare una disfunzione dei vasi sanguigni. Uno studio presente nella meta-analisi indica che il rischio di infarto sarebbe massimo nell’ora che segue il consumo della sostanza. L’anamnesi a riguardo dovrebbe diventare sistematica come quella riguardante l’abitudine al fumo di sigaretta.