Facendo seguito ad un articolo precedente, si può dire che la ricerca di nuovi trattamenti del cancro del pancreas, con una migliorata diagnostica, si è largamente accelerata. Progressi concreti sono attesi per chi deve curare ammalati generalmente condannati a morire entro i 5 anni dalla diagnosi. La ricerca è avanzata in questi tre ultimi anni, con ormai speranze abbastanza tangibili sul breve e medio termine. Tenuto conto della gravità della malattia, bisogna che tutto il mondo si mobilizzi su questo soggetto.
La ricerca si rivolge notoriamente sui vaccini basati sull’RNA messaggero (ARNm). Questa tecnologia è ormai ben conosciuta grazie ai vaccini anti-Covid. Per lungo tempo solo ridotti gruppi di ricercatori credevano a questo effetto contro il cancro. Dopo la pandemia, tutti hanno visto che l’ARNm poteva essere efficace e sicuro. Molte ricerche sono già in fase di progresso.
Uno studio americano, apparso il 19 febbraio di quest’anno sulla rivista scientifica “Nature”, suggerisce che un vaccino, associato alla chemioterapia, potrebbe stimolare, in modo persistente, delle cellule immunitarie.
Altri studi si basano su dei vaccini isolati, non associati a terapie più classiche (chemioterapia, immunoterapia, chirurgia, etc.). Comunque bisognerà attendere ancora alcuni anni per avere un vaccino terapeutico contro il cancro del pancreas, dato che il suo sviluppo è abbastanza complesso. Gli scienziati esplorano anche la possibilità di nuove immunoterapie meno invasive. Ma non è tutto, la ricerca si rivolge anche alla diagnosi precoce, dato che la gravità della malattia è legata soprattutto al fatto che la stessa viene evidenziata tardivamente. In un vicino futuro un semplice prelievo di sangue potrebbe fare diagnosi. Un test messo a punto da un gruppo scientifico dell’Oregon (Stati Uniti) sarebbe affidabile nel 73% dei casi. Il lavoro relativo è apparso sulla rivista scientifica “Science translational medicine” il 12 febbraio di quest’anno. Altri stanno lavorando su dei test urinari.
L’intelligenza artificiale (IA) giocherà un ruolo maggiore. Gli algoritmi potrebbero dirci sulla base del nostro profilo, dei nostri antecedenti di malattie, e di quelli dei nostri congiunti, se corriamo o meno il rischio di contrarre il cancro del pancreas.