Scienza, studio e sperimentazione sui vitigni resistenti e sugli esiti di produzione all’Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis”di Avellino in occasione del seminario tecnico "Alla scoperta dei vitigni resistenti allevati nella Scuola Enologica di Avellino: degustazione tecnica trasversale vinificazione sperimentali vendemmia 2024".
L’evento, realizzato con i Vivai Cooperativi Rauscedo con l’Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis” di Avellino e in collaborazione con Re.Ni.Sa, Assoenologi, Assoenologi Campania Sez. Giovani e Assessorato all'Agricoltura Regione Campania e alla presenza degli istituti agrari di tutti Italia, ha messo in evidenza i valori positivi dei vitigni resistenti, coltivati mediante incroci interspecifici tra varietà sensibili di Vitis Vinifera e una selezione che porta ai caratteri di resistenza.
L'obiettivo è stato di identificare le varietà viticole resistenti alle malattie fungine, analizzando il profilo organolettico di quattordici campioni prodotti centro di microvinificazione scuola enologica di Avellino dagli dagli allievi coordinati dallo staff docente interno altamente specializzato per poter ottenere vini di qualità ma inseguendo la filosofia della sostenibilità.
Ad aprire i lavori, moderati dal giornalista Annibale Discepolo, è stato il dirigente scolastico Pietro Caterini che ha salutato i partecipanti ai tecnici e alla platea dichiarando - “Apriamo le porte della scuola a questi eventi che sono fondamentali per la formazione degli allievi che rappresenteranno le future generazioni incaricate a impiantare, letteralmente, la nuova imprenditoria irpina in Italia e nel mondo. Noi, come istituto, ma anche come azienda, siamo stati i primi a credere a questo processo innovativo, avendo impiantato nel Sud i vitigni resistenti” A seguire, poi, l’intervento del presidente nazionale Assoenologi Riccardo Cotarella:
“Convegni come quelli di oggi, sono fondamentali e sono concretamente propedeutici alla cultura e ad attuare la sostenibilità. Mi sento di dire che oggi siamo grati a chiunque abbia studiato e sperimentato sulle varietà resistenti, offrendo vini sempre più sani e green. Dobbiamo andare avanti con la sperimentazione, è necessario”. A sostegno dell’intervento di Cotarella, Roberto Di Meo, presidente Assoenologi Campania ha dichiarato: “Le relazioni tecniche ottenute fino ad oggi sono importanti per migliorare le produzioni aziendali. Oggi utilizziamo in maniera inflazionata parole come “naturale” e “sostenibilità” ma quello che sta avvenendo oggi rappresenta una risposta certa e non discutibile. Pertanto noi, come Assoenologi abbiamo sostenuto da sempre lo studio dei vitigni resistenti, iniziato tempo fa con lo studio e realizzando concretamente questo processo avviato dai Vivai Rauscedo”
Poi, Addolorata Ruocco, dirigente Ambiente, Foreste e Clima per la Regione Campania: “L’effetto del cambiamento climatico ha mostrato evidenti conseguenze, certamente gravi, per la produzione soprattutto in termini quantitativi della produzione viticola. Gli effetti massivi sono più occasionali e impongono delle scelte consapevoli, integrate e sistemiche per affrontare la crisi climatica in atto. La Regione Campania promuove da tempo tutte le misure che possano migliorare con innovazione processi ecocompatibili come i trattamenti fitosanitari e promuovere realtà, come queste, che rappresentano un vivaio varietale che ne garantisce, a chi le attua, produzioni di qualità rispettando le linee guide dell’Unione europea”.
A portare un contributo significativo a nome di Salvatore Schiavone, direttore ICQRF Italia Meridionale, sono stati i portavoce Rosario Lopa e Vincenzo Esposito con Gianluca Zavalloni, incaricato agli uffici tecnici ICQRF. Insieme, hanno illustrato le iniziative e i risultati ottenuti dall’ispettorato incaricato alle frodi agroalimentari e, a tal proposito e nell’intervento di oggi, Zavalloni ha portato il messaggio unanime: “Oggi si è aperto uno scenario importante. L’Ispettorato, impegnato in oltre 5000 interventi per le frodi, interviene tutto il territorio. Poi, svolge un ruolo importante anche nel commercio a distanza e negli e- commerce e per difendere il patrimonio culturale sul territorio. Le nuove varietà resistenti sono state introdotte nel regolamento 2117 del 2021. Il consumatore, oggi, è più esigente e sensibile all’uso dei pesticidi. Contiamo, quanto prima, che la comunità nazionale si adegui al Regolamento Europeo e correttamente ai disciplinari di produzione”
Sul valore epocale, sulla storia e sul progetto della messa dimora delle barbatelle integrate agli impianti delle viti già presenti nell’Azienda “F.De Sanctis” di Avellino, il docente Fabrizio Scotto Di Vetta, direttore dell’Azienda “F. De Sanctis” di Avellino ha detto: “Questa scuola è la seconda per storicità in tutta Italia. L’azienda, registrata alla Camera di Commercio di Avellino nel 1925, possiede 24 ettari di produzioni di eccellenza antica d’Italia 19 ettari a vino e, per il restante, a conduzione di olio, nocciole ed altri prodotti di eccellenza territoriale. Ad oggi, possiamo dire con soddisfazione, di avere un campo catalogo nell’istituto, rivolto a favore di un’agricoltura consapevole. - e ha continuato sulla preziosa collaborazione dei Vivai Cooperativi Rauscedo - Abbiamo piantato e coltivato varietà resistenti innestati nel corpo aziendale e che oggi abbiamo portato in assaggio e al confronto di una platea specializzata coinvolgendo anche i nostri allievi che rappresentano il futuro del vino italiano. E’ un momento importante e di confronto per la viticoltura nazionale e mondiale, stiamo tratteggiando la strada al futuro del vino rispettando il territorio”
Il testimone del simposio scientifico è passato poi ad Ernesto Buono, docente interno dell’ITA F.De Sanctis” di Avellino che, sulle microvinificazioni delle varietà resistenti realizzate nel Centro Sperimentale della Scuola Enologica di Avellino, ha tenuto a dire: “ Per noi è una costante missione formare i nostri allievi e dare gli strumenti di innovazione alle aziende, partendo dalla nostra. Nel nostro istituto abbiamo avviato le microvinificazioni pensando che stessimo portando una vera opportunità scientifica alle imprese viticole, da poter utilizzare anche in altre cantine. Usufruiamo di protocolli specifici che però, ci teniamo a dirlo, non vanno ad interferire sulle qualità organolettiche, senza alterarne la qualità ma, piuttosto, prevenendo le alterazioni dovute ai cambiamenti climatici. Noi vogliamo studiare e capire la capacità di adattamento con ogni singola cultivar, dalla vigna alla cantina fino ad analizzare il profilo enologico a tutto tondo”
A concludere gli interventi che hanno dato spazio al tasting sui vini sperimentali è stato Cesare Tiberio, coordinatore area Centro Sud Vivai Cooperativi Rauscedo che ha tenuto a dire:” Noi, come Vivai Rauscedo, abbiamo scommesso sulla lungimiranza della scuola e oggi possiamo dire, certamente, che ha contribuito a creare un campo di collezione sperimentale aperto in Campania e per l’Italia. La viticoltura è tra le poche specie che si ostina a coltivare ancora dalle vecchie e si ostina a difendere le produzioni autoctone. I Millennials e le Gen Z sono molto attente alla forza dannosa dell’inquinamento. Dopo la fillossera, la Vitis Vitinifera ha subito le conseguenze di nuove patologie pertanto abbiamo da sempre creduto che, puntare sui vitigni resistenti, rappresentasse la strada al miglioramento genetico e nelle varietà interspecifiche”
Ed infine magistralmente la degustazione sui campioni Piwi, è stato Francesco Martusciello, coordinatore Centro Sud comitato giovani Assoenologi. Sui vini resistenti, generalmente coltivati in regime biologico, con la tendenza ad abbattere o ridurre profondamente gli interventi in vigna senza alterare il profilo sensoriale e organolettico delle produzioni derivate da vitigni tradizionali o autoctoni, sono state proposte quattordici proposte di vini resistenti da varietà autoctone e da vitigni internazionali in contesto ampelografico irpino, tutte messe al vaglio ad una platea specializzata che, in un lungo dibattito, ha scritto la storia di una magnifica pagina sulla viticoltura italiana.