"Il messaggio augurale del capo dello stato un vero schiaffo alla politica italiana. Sul tema delle aree
interne tutta la forza di una visione politica che non trova il protagonismo del parlamento italiano". Lo afferma in una nota il portavoce del cordinamento nazionale piccoli comuni italiani Virgilio Caivano.
“Continua il pericolo dell’abbandono della aree interne e montane. Colmare queste distanze”. Afferma Mattarella urbi ed orbi.
Il Pnrr con i due pilastri della coesione sociale e riequilibrio territoriale, l’emblema del fallimento totale
in termini di programmazione, progettualità e visione verso una parte del paese che sta letteralmente
scivolando verso il declino definitivo con grave danno per l’Italia e per l’Europa.
Quando Mattarella affronta il tema “Tra nord e sud c’è una diseguale disponibilità di servizi. Assicurare una
effettiva pienezza dei diritti il nostro compito”. Ognuno di noi ha pensato “ Questo ceffone alle Regioni è
plateale. La spoliazione continua dei servizi (sanità territoriale, saperi scolastici, mobilità sociale, la
grande sete del Sud con 44mila condotte gruviera, invasi non collaudati e non collaudabili, progettualità
inesistente ,ruralità azzerata)il disastro delle Regioni italiane del Sud in particolare e la fine di un sogno.
Alle sollecitazioni generose del presidente della Repubblica occorre reagire con la forza della proposta e della partecipazione. I comitati civici per l’acqua pubblica, per la salute ed il benessere a Matarella fanno sapere che: Occorre una grande piano ventennale per l’Appennino italiano e per la corona alpina. Al Presidente Mattarella chiediamo di sollecitate una riflessione parlamentare sulla necessita di un vero piano “Adriano Olivetti” sostenuto concretamente sul piano economico e finanziario. Una Cassa per le aree interne “ sulla scorta della prima esperienza della Cassa per il Mezzogiorno. Anche se per fare questo non vediamo all’orizzonte un De Gasperi, un Saraceno, un Menichella e tanto meno un
Fiorentino Sullo. Una classe dirigente in grado di avere una “visione “ e di guardare all’Italia del 2050 e
non alle prossime elezioni. Occorre una governance nuova che recuperi il territorio e le sue migliori
rappresentanze istituzionali. Una riforma vera con un sistema ordinato ed autorevole delle autonomi locali.
La legge finanziaria appena varata “uccide” i piccoli comuni sotto i 2000 abitanti. Ai sindaci occorre dare strumenti concreti e soprattutto risorse importanti per garantire servizi, opportunità e quindi rilancio definitivo. Un grande piano di detassazione e defiscalizzazione spinta per provare a "dare ossigeno" alle nuove residenze. Il taglio dei Parlamentari ha "desertificato" la rappresentanza parlamentare per una vasta area del Paese.
Le leggi elettorali regionali hanno creato le condizioni con l’assenza ormai devastante di partiti organizzati di avere rappresentanze delle aree interne e montane nei consessi regionali.
Gli schiaffi di sars covid 2 sono stati già smaltiti dalla politica italiana. Molto presto tutti hanno dimenticato il grande lavoro fatto a livello locale dai sindaci, sacerdoti, medici di base, infermieri, farmacisti, vigili
urbani e carabinieri con le protezioni civili locali. Autentico “fortino sanitario” nella stagione della
vaccinazione che tante vite umane ha salvato.
Con il quirinale l’interlocuzione è necessaria come ai tempi di Ciampi e Gifuni, in questo tempo di
mediocrità, di totale assenza di classi dirigenti in grado di avere una visione, la forza del Presidente
della Repubblica, il vero garante dei cittadini delle aree interne risulta strategica.
I cosiddetti "Governatori" dovrebbero riflettere molto sulle parole di Mattarelle ed il pensiero veloce si dirige verso Roberto Ruffili e la sua straordinaria idea di riforma (mancata) dello Stato nelle sue articolazioni più delicate. Un tempo di rinnovato “municipalismo "sturziano si approssima alle porte della politica..utile non perdere altro tempo".