Giubileo, Melillo: "Un tempo per riscoprire la forza della speranza cristiana"

Un mondo segnato da incertezze: guerre, cambiamenti climatici, difficoltà economiche e personali

giubileo melillo un tempo per riscoprire la forza della speranza cristiana

L’apertura dell’anno giubilare nelle aree interne in Irpinia ad Ariano, con un pensiero rivolto allo spopolamento del mezzogiorno e ai cambiamenti climatici.

Ariano Irpino.  

Un pellegrinaggio composto con il canto delle litanie dei santi, partito dalla chiesa di San Michele Arcangelo ad Ariano Irpino dove c’è stato un primo momento di raccoglimento, per poi giungere all’ingresso della Basilica Cattedrale, innalzare la croce rivolta verso il popolo e invitare tutti alla preghiera dinanzi al fonte battesimale.

“Il mistero dell’incarnazione del nostro Salvatore Gesù Cristo, custodito nella comunione di amore della santa famiglia di Nazaret, è per noi motivo di gioia profonda e di speranza certa. In comunione con la chiesa universale, mentre celebriamo l’amore del padre che si manifesta nella carne del verbo fatto uomo e nel segno della croce. Ancora salvezza, apriamo solennemente l’anno giubilare per la nostra diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia.

Questo rito è per noi preludio di una ricca esperienza di grazia e di misericordia, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi, in questo tempo di guerre e di disordini.

Cristo, nostra pace e speranza, sia compagno di viaggio per tutti noi in questo anno di grazia e consolazione. Lo spirito santo, che oggi inizia in noi e con noi questa opera, la porti a complimento fino al giorno di Cristo Gesù. Maria e Giuseppe cercano Gesù con angoscia, non comprendono pienamente le sue parole, ma si fidano. Questo è il cuore della speranza: fidarsi di Dio anche quando non vediamo con chiarezza il cammino. 

La sacra famiglia ci insegna che la speranza è radicata nella fede, nella fiducia alla promessa di Dio. Ciò ci interroga sul nostro tempo dove la speranza appare minacciata, un tempo pervaso da un sentimento insidioso, dalla rassegnazione e dalla rinuncia alla speranza.

Come scrive il Papa nella bolla di indizione di quest’anno santo: “Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte. Questa speranza… ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il cielo”.

Il giubileo è un tempo per riscoprire la forza della speranza cristiana, in un mondo segnato da molte incertezze: guerre, cambiamenti climatici, difficoltà economiche e personali.

Un pensiero è stato rivolto da parte del vescovo al difficile momento che vivono le aree interne: “La nostra chiesa, le nostre comunità, distribuite su un ampio e verdeggiante territorio soffrono, non solo per la diminuzione della natalità, ma anche per una grande diaspora, che attraversa in modo particolare le nostre zone interne”.

E poi sul valore della famiglia: “La famiglia oggi, realmente con tutte le sue fragilità, è ancora un porto sicuro, nel quale dovremo trovare rifugio? E’ una domanda che inquieta ma che esige una risposta”.