Gravidanza e diabete: ecco tutti i pericoli per le donne incinte

Secondo uno studio l'iperglicemia si presenta fin dalle prime settimane di gravidanza

gravidanza e diabete ecco tutti i pericoli per le donne incinte
Avellino.  

Secondo la rivista scientifica “The Lancet” le donne incinte dovrebbero essere controllate precocemente riguardo al diabete. Attualmente la ricerca di un diabete gestazionale si effettua a digiuno fin dal primo trimestre e/o tra la 24ma e la 28ma settimana di gravidanza.

Uno studio condotto da 28 ricercatori di diversi paesi propone di realizzare i test e i trattamenti prima della 14ma settimana di gravidanza. Secondo i loro risultati una proporzione significativa di donne presenta una iperglicemia fin dalle prime settimane di gravidanza, il che è un fatto sfavorevole rispetto alle donne nelle quali il diabete gestazionale appare più tardivamente.

In assenza di trattamento questa patologia può creare vari problemi come l’ipertensione arteriosa, un rischio aumentato di dover ricorrere al parto cesareo, disturbi della salute mentale e poi anche complicazioni per il bambino alla nascita, e successivamente anche per la vita della madre e dello stesso bambino. Nel mondo quasi il 14% delle gravidanze è complicato dal diabete gestazionale.

Questa cifra dimostra una tendenza inquietante che necessita una risposta urgente e appropriata. Secondo David Simmons, professore alla “Western Sydney University”, autore principale degli studi, è urgente un cambiamento maggiore nella diagnosi e nel trattamento del diabete gestazionale. Questa evoluzione è cruciale non solamente durante la gravidanza, ma anche per la vita futura delle madri e dei figli, così come già accennato sopra.

I ricercatori insistono sulla necessità di adottare strategie precoci di controllo e di trattamento onde evitare le complicazioni associate. I risultati di queste ricerche, pubblicati dalla rivista “The Lancet”, offrono una nuova prospettiva per la prevenzione ed il trattamento di questa affezione, e stimolano ad un cambiamento dei protocolli attualmente adottati.

L'autore è Medico - Endocrinologo