Andrea Covotta: "Avvertiamo il bisogno di ritornare alla buona politica"

Da Trevico il monito del giornalista Rai autore del libro su personaggi e partiti del novecento

Ripercorrere la storia migliore del novecento, significa far ritornare anche la voglia di politica alle giovani generazioni...

Trevico.  

Un'enciclopedia della politica, così l'ha definita il direttore di Otto Channel Pierluigi Melillo, nel moderare come sempre in maniera puntuale e incisiva, la presentazione dell'ultimo importante libro del giornalista Rai Andrea Covotta: "Politica e pensiero, storie e personaggi dei partiti del novecento".

L'evento si è tenuto nel suggestivo palazzo Scola a Trevico dove a fare gli onori di casa è stato il vice sindaco del paese più alto della Campania Gerardo Rauseo il quale si è soffermato sul problema dello spopolamento e l'esodo sempre più elevato delle giovani generazioni nelle aree interne. "La politica deve creare le condizioni, affinchè i giovano possano realizzarsi nella propria terra, senza la necessità di emigrare altrove." Presente in sala l'assessora ai lavori pubblici Anna Ragazzo e i consiglieri Francesco Garofalo, Domenico Addesa e Domenico Palermo

Un saggio che ripercorre la storia del pensiero politico italiano dagli inizi del novecento fino al 1978, anno emblematico con la morte tragica di Aldo Moro, l’elezione di Sandro Pertini al quirinale e la particolarità dei tre “Papi”: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.

Il messaggio importante da cogliere per il docente Franco Aurelio Meschini già Università del Salento è quello di avvicinare sempre di più i giovani alla politica. "E una politica senza pensiero non dice nulla. Un libro di attualità anche se fondamentalmente storico."

Ma qual'è il senso di questa pubblicazione secondo l'autore Andrea Covotta: "Il bisogno di un recupero, di un ritorno a quella che è la cosiddetta buona politica. Per troppo tempo la politica è stata vista come una sorta di cattiva politica, fatta da una casta, un pò autoreferenziale. E invece ripercorrere la storia migliore del nostro novecento, significa far ritornare anche la voglia di politica alle giovani generazioni. Una necessità che ormai si avverte in maniera diffusa. Abbiamo visto quanta disaffezione c'è oggi nel voto. Si recano alle urne purtroppo un italiano su due. Far ritornare la voglia di partecipazione, la voglia di politica attraverso la storia migliore del nostro paese è un pò il senso di questo testo."