La cerimonia del pannetto e la lurida quinta delle pietre di piazza Libertà

Trasformate in un lurido orinatoio, da anni attendono manutenzione, pulizia

la cerimonia del pannetto e la lurida quinta delle pietre di piazza liberta

Non un costoso appalto, ma un semplice ordine al popoloso ufficio manutenzione comunale

Avellino.  

Tra quattro giorni, il 26 luglio, a piazza Libertà, precisamente dal balconcino al primo piano del palazzo del Vescovo, ci sarà l'alzata del pannetto.

Per quelli che hanno ancora una reminiscenza simil religiosa, è l'inizio dei giorni dedicati alla Madonna. Per gli altri, gli enjoy people di festiana memoria, cari alla sindaca Nargi che mai ne ha preso e mai ne prenderà le distanze, è l'inizio dell'ammuina. Lo scorso anno c'erano arene quartiere per quartiere, il concertone di ferragosto, i tradizionali fuochi con musica e cotillion vari. Ma non è di questo che vogliamo parlare.

Sommessamente, all'orecchio dell'amministrazione comunale che sta guardando a straordinari cervelli prelevati “addirittura fuori regione” (ricordiamo tutti le impressionanti prestazioni offerte dall'ex Barbara Politi), vorremmo segnalare lo stato di degrado e abbandono in cui versa la piazza principale della città. La fantasmagorica pietra di Fontanarosa, che lacrime e sangue è costata alle casse pubbliche, è un orinatorio diffuso, rivoltante. Ogni centimetro di quelle che dovrebbero essere sedute in pietra è stato trasformato in uno stomachevole puzzle, che impegna alla ricerca del decimetro “accettabile” per una chiacchiera, una boccata d'aria.

Piazza Libertà faceva già parlare di scandaloso abbandono quattro anni fa. Seguirono, alle giuste polemiche, i sorrisi e le promesse... faremo, puliremo. Di concerto in concerto, siamo arrivati al limite sanitario: un bambino che tocca la pietra all'altezza sbagliata può imbattersi nell'urina o nel vomito di qualche leone della notte, più alzano il gomito più vescica e stomaco non reggono.

Per non parlare dei milioni di chewing gum (gomme da masticare) sparsi ovunque.

La soluzione sarebbero le macchine idropulitrici e qualche dipendente comunale da impegnare per un paio di giorni. Non un appalto, signor sindaco Nargi, ma una semplice disposizione interna. Le hanno inventate da anni e il Comune dovrebbe sapere dove reperirle, soprattutto dovrebbe sapere che ha a disposizione un intero settore tecnico che conta decine di dipendenti, pagati proprio per questo: fare manutenzione.

Una cosa facile per un sindaco che starà, tra quattro giorni, sotto quel balcone al primo piano del Palazzo Vescovile, fissando il pannetto, magari con la fascia tricolore, dando plasticamente le spalle allo spettacolo vergognoso della piazza lurida, dove si siede la gente comune, quella che alla Madonna vorrebbe mandare preghiere e non imprecazioni.