Avellino, l'Arci alla Nargi: un errore non nominare un assessore alla cultura

In città ci sono competenze ed energie per un vero rilancio del settore cultura

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Avellino.  

L'Arci interviene sulle annunciate nomine della nuova giunta al comune di Avellino. "Tra le indiscrezioni di questi giorni- si legge nel documento - si apprende che nella prossima giunta del comune di Avellino potrebbe non esserci la casella dell’assessorato alla cultura".
"Già nello scorso quinquennio aver attribuito la delega al sindaco, anziché ad un apposito assessore, ha mortificato le possibilità di confronto e sviluppo di percorsi autonomi di valorizzazione e supporto alla produzione culturale cittadina a tutti i livelli".
"L’idea di demandare le politiche culturali - e non solo la gestione degli spazi pubblici a valore culturale - alla fondazione di partecipazione (di cui però ancora non si conoscono i criteri per esercitare questa decantata partecipazione) sarebbe un errore imperdonabile che priverebbe la città  di uno spazio democratico di confronto, conflitto, contrattazione sui temi della cultura".
Ci troveremmo ancora una volta a vedere l’enorme spazio della produzione, fruizione e innovazione culturale schiacciato tra la “valorizzazione turistica”, “la movida” e “le grandi eccellenze culturali”. Uno spazio senza ossigeno dove nulla può crescere.
Speriamo che nessuna decisione sia già stata presa, la città di Avellino (così come tante esperienze in Regione e non solo) può mettere a disposizione competenze ed energie per un vero rilancio del settore cultura che comprenda la produzione oltre che la fruizione, la valorizzazione oltre che la conservazione.
Chiediamo alla sindaca Laura Nargi - se queste sono le sue intenzioni - di ripensarci e di convocare subito tutte le realtà culturali (associazioni, artisti, gestori di spazi) ad un vero confronto sulla fondazione per definire davvero il contesto di azione e lo spazio di attività e partecipazione. Un confronto a guida pubblica, con un assessore - e non un presidente o un amministratore delegato - con cui confrontarsi e un’aula democraticamente legittimata a discuterne attraverso il contributo di terzo settore e cittadinanza".