Carcere Campanello Ariano: "Lo sport per abbattere l'ozio e disegnare il futuro"

In un momento drammatico per strutture detentive in Italia, ecco una struttura modello in Campania

Il monito della giornata: "Non serve chiudere e buttare la chiave. Non è mai servito a nulla. Chi è meritevole di programmi educativi deve accedere"

Ariano Irpino.  

Da un lato l’ecatombe dei suicidi nelle carceri italiane, dall’altro la socialità, l'inclusione e l'integrazione attraverso lo sport. Una grande risposta in termini concreti arriva dal carcere modello Pasquale Campanello di Ariano Irpino

Di scena "Sport di tutti" un evento promosso come sempre in maniera puntuale dall'area trattamentale dell'istituto arianese diretta da Arcangelo Zarrella.

"Iniziativa che acquista grande valore in questo momento ma è nostra consuetudine organizzare eventi del genere per cercare di offrire una giornata detentiva sempre più impegnata. E lo sport tra le offerte trattamentali è sicuramente quella che riscuote un maggiore successo tra la popolazione detentiva."

Un calcio al pallone e soprattutto all’ozio. I detenuti giocano, sorridono, restituendo queste immagini che sanno di speranza.

Entusiasta la direttrice Maria Rosaria Casaburo che tanto sta facendo sin dal suo insediamento per restituire un'immagine del carcere che non sia solo ed esclusivamente repressiva. 

"Lo sport racchiude i valori fondanti della società civile, inclusione, rispetto per l’altro e di se stessi. Dallo sport quindi si può partire per immaginare il futuro.

Per la direttrice dell'ufficio esecuzione penale esterna Marilena Guerriera si tratta di un progetto di fondamentale importanza.

"Attraverso lo sport è possibile condividere regole, discipline in una maniera anche ludica.  Non solo repressione ma soprattutto risocializzazione. Restituire alla società persone che hanno pagato una pena in una maniera adeguata e funzionale alla prospettiva futura."

Incisivo come sempre nelle sue parole, il cappellano don Roberto Di Chiara:

"Lo sport come evidenziato dalle fiamme azzurre, abbassa l’aggressività e ciò significa diminuire anche quel senso di solitudine, abbandono che può generare purtroppo eventi tragici come i suicidi. Il sistema carcere è in forte sofferenza. Non serve chiudere e buttare la chiave. Non è mai servito a nulla. Chi è meritevole di programmi educativi deve accedere."

A rappresentare le fiamme azzurre, Pietro Carpenito presidente dell'Asd Montemiletto team runner: 

"E’ stata una bellissima esperienza per la nostra società all’interno del carcere Campanello di Ariano Irpino. Un’iniziativa non facile, impegnativa. Entrare in un istituto non è semplice ma c’è stata una grande collaborazione."

Così Domenico Fruncillo docente del dipartimento di studi politici e sociali all'Università degli studi di Salerno: 

"Una iniziativa come questa, che tende a valorizzare l’attività sportiva non solo dal punto di vista ludico e ricreativo, che tutti avrebbero e hanno diritto, può in qualche modo lenire risentimenti nei confronti della società esterna."

Per Sergio Fattorello atleta del gruppo sportivo fiamme azzurre della polizia penitenziaria sezione tiro al volo:

"Lo sport è alla base della società, dell’educazione ed è un elemento fondamentale del trattamento penitenziario. Una scuola di vita, rispetto delle regole e degli avversari. Un’attività che dovrebbe essere svolta in ogni momento della vita e ancor di più in strutture come queste."