Le malattie del fegato e gli analoghi dei ricettori del GLP-1

La cura del carcinoma e della steatosi, i nuovi progressi della ricerca scientifica

le malattie del fegato e gli analoghi dei ricettori del glp 1

Commento dello studio “Association of GLP-1 receptor agonists and hepatocellular carcinoma incidence and hepatic decompensation in patients with type 2 diabetes”. L Wang, NA Berger, DC Kaelber, R Xu. Gastroenterology. April 2024.

Avellino.  

di Attilio Spidalieri*

Il carcinoma epatocellulare (CHC) è la terza causa di mortalità da cancro nel mondo. La maggior parte dei fattori predisponenti che sono l’alcol, l’epatite virale, e la steato-epatite, sono modificabili. La steatosi metabolica epatica (MASH) è oggi la causa più frequente di malattia del fegato nel mondo, ed è associata al diabete del tipo 2 e all’obesità.

Una meta-analisi del 2013 dimostrava che il rischio di carcinoma epatocellulare (CHC) sembrava più elevato sotto terapia con l’insulina. Gli analoghi del GLP-1 (Liraglutide, Dulaglutide, Semaglutide, etc.) si utilizzano nella terapia del diabete del tipo 2, ed hanno dimostrato un beneficio sulla steatosi epatica, ma il beneficio su rischio di carcinoma epatocellulare non era conosciuto. L’obbiettivo dello studio era quello di dimostrare questo beneficio.

Sono stati analizzati i dati dell’assicurazione malattia degli Stati Uniti, con l’inclusione di un milione 890.000 pazienti diabetici, trattati tra il 2013 e il 2019 con analoghi del GLP-1 o altri farmaci (insulina, metformina, inibitori della dipeptidyl-peptidasi-4 (DPP-4), inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2, sulfamidici). Sono stati naturalmente corretti i fattori legati all’età, allo stile di vita, agli antecedenti familiari, all’obesità, e alle malattie cardiovascolari.

Gli analoghi del GLP-1 erano associati ad un rischio di carcinoma epatocellulare (CHC) significativamente più basso in paragone all’insulina e ai sulfamidici. Nessuna differenza significativa è stata osservata invece con il trattamento con metformina, con gli inibitori della DPP-4 e gli inibitori di SGLT2. Il rischio di scompenso della funzionalità del fegato si è dimostrato diminuito con la terapia con gli analoghi del GLP-1. I dati dimostrano un possibile effetto protettore degli analoghi del GLP-1 sul rischio di CHC e sul rischio di scompenso della funzione epatica in generale.

*Medico - Endocrinologo