Cancro al colon: al Moscati di Avellino parte la sperimentazione del vaccino

Reclutata la prima paziente: si tratta di una 66enne a cui sarà somministrato il siero

cancro al colon al moscati di avellino parte la sperimentazione del vaccino

Alla donna verranno somministrate le dosi di un vaccino genetico polivalente, denominato Nous-209

Avellino.  

Piemonte, Lombardia, Toscana e…Campania. L’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati Avellino è uno dei quattro centri in tutta Italia autorizzato alla sperimentazione di un vaccino per il tumore al colon. Nell’unità operativa di Oncologia Medica, diretta da Cesare Gridelli, è stata reclutata la prima paziente che presenta le caratteristiche necessarie per aderire alla sperimentazione. Si tratta di una 66enne segnalata dal Policlinico Gemelli di Roma all’oncologo del Moscati Giuseppe Santabarbara, investigatore principale per la sperimentazione e coordinatore del Gom (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) aziendale dei tumori al colon retto.

Alla donna verranno somministrate le dosi di un vaccino genetico polivalente, denominato Nous-209, che stimola la risposta immunitaria contro le cellule tumorali, potenziando l’efficacia dei farmaci immunoterapici e contrasta, senza provocare effetti collaterali, fenomeni come la resistenza al trattamento e la formazione di metastasi.

«L’immunoterapia – afferma Gridelli - è una delle nuove terapie utilizzate in oncologia: combatte il tumore attraverso la risposta immunitaria dello stesso paziente. I tumori del colon-retto, però, sono delle neoplasie in cui l’immunoterapia viene utilizzata poco frequentemente e solo nel 5% dei pazienti che presentano all’esame istologico una cosiddetta instabilità dei microsatelliti (MSI). I pazienti in fase avanzata di carcinoma del colon, la cui malattia è diventata resistente al trattamento immunoterapico, hanno scarse possibilità terapeutiche». Ed è in questi casi che il vaccino può giocare un ruolo importante, come spiega Santabarbara: «Proprio per questi soggetti, il vaccino Nous-209 rappresenta un’arma per combattere ulteriormente la neoplasia, in quanto agisce attivando la risposta immunitaria contro gli antigeni, che, codificati dal vaccino, vengono riconosciuti ed eliminati, potenziando l’efficacia dei farmaci immuno-terapici e contrastando fenomeni come la resistenza al trattamento e la formazione di metastasi».

L’avvio della sperimentazione del vaccino antitumorale è un nuovo tassello che va ad aggiungersi alle diverse attività di sperimentazione e ricerca soprattutto in ambito onco-ematologico, per le quali il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti, ha previsto una serie di ulteriori significativi investimenti, nella consapevolezza che avere accesso a trattamenti terapeutici innovativi rappresenti una grande opportunità per i pazienti e contribuisca a migliorare la qualità dell’assistenza, con un ritorno importante per l’Azienda anche in termini di attrattività.