Pasqua in carcere, l'appello del vescovo ai detenuti: "Non perdete la speranza"

Le cerimonie religiose nel penitenziario di Bellizzi Irpino

pasqua in carcere l appello del vescovo ai detenuti non perdete la speranza

Emozionante il momento in cui il vescovo li ha invitati a riassaporare gli odori e i sapori dei dolci pasquali preparati dai loro cari, dai sorrisi e gli abbracci che quest’anno non potranno avere, con la speranza di poter vivere una Pasqua migliore

Avellino.  

Quest’anno i detenuti della Casa Circondariale “Antimo Graziano” di Bellizzi Irpino hanno vissuto il triduo pasquale della Settimana Santa iniziato martedì 26 marzo con la celebrazione della messa presieduta dal Vescovo Arturo Aiello e concelebrata dal Parroco passionista Padre Marco Masi della Parrocchia dei Santi Biagio e Stefano di Forino.

Durante l’omelia il vescovo ha dato risalto all’importanza della cultura, alle figure dei docenti presenti, facendo leva sul fatto che si possono commettere errori anche per ignoranza ma che la cultura libera e salva.

I detenuti hanno partecipato attivamente alla celebrazione, sia lasciandosi coinvolgere dal gioioso canto dell’Alleluia, sia leggendo preghiere preparate da loro stessi e rivolgendo parole di ringraziamento a chi quotidianamente li segue. Il tutto si è svolto con ordine, silenzio e rispetto per il momento di fede che stavano vivendo. Emozionante il momento in cui il vescovo li ha invitati a riassaporare gli odori e i sapori dei dolci pasquali preparati dai loro cari, dai sorrisi e gli abbracci che quest’anno non potranno avere, con la speranza di poter vivere una Pasqua migliore il prossimo anno.

Le celebrazioni si sono svolte alla presenza di volontari, docenti, educatori, del garante provinciale dei detenuti il dottor Carlo Mele, dell’avvocato Giovanna Perna, del comandante della Polizia Penitenziaria Dirigente Stefania Cucciniello e della direttrice Dott.ssa Rita Romano.

Quest’ultima ha preso la parola al termine della celebrazione eucaristica ricordando come i detenuti vengono considerati all’esterno, invitando ciascuno dei presenti a cambiare rotta poiché grazie alla forza dell’amore e all’aiuto di chi lavora ed opera a vario titolo nel carcere si può scegliere di cambiar vita e ricominciare. In conclusione, il Triduo Pasquale ha rappresentato un momento di significato e di speranza, offrendo ai detenuti la possibilità di trovare conforto, redenzione e rinnovamento spirituale anche nelle circostanze più difficili. È un richiamo alla nostra umanità condivisa e alla possibilità di trovare la luce anche nell'oscurità, di trovare la speranza anche nel deserto della disperazione. Art. 27 della Costituzione "il carcere ha lo scopo di rieducare il condannato", ciò significa che il detenuto non viene inserito nel circuito penitenziario semplicemente per essere punito per il reato commesso. Se tutti facessimo riferimento a questo articolo ma soprattutto se ci credessimo veramente il mondo sarebbe migliore fuori e dentro le carceri.