La cardio-tireosi (malattia cardiaca in corso di ipertiroidismo) costituisce, a causa della sua gravità, un problema di salute pubblica. Nel servizio di endocrinologia e diabetologia del Centro Ospedaliero Universitario Hédi Chaker di Sfax (Tunisia) è stato condotto un lavoro mirato a valutare gli aspetti terapeutici e evolutivi della cardiotireosi.
Sono stati studiati 17 casi di cardio-tireosi. La diagnosi di cardio-tireosi si basava sulla presenza di insufficienza cardiaca nel 35% di casi, di disturbi del ritmo cardiaco nel 41%, di insufficienza coronarica nel 24%, e di insufficienza cardiaca destra nel 22% di casi. Nel corso di queste patologie può comparire una fibrillazione atriale che a sua volta può complicarsi con una patologia trombo-embolica favorita anche dalla trombofilia presente nell’ipertiroidismo.
La durata media di ospedalizzazione era di 7 giorni (1 – 15 giorni). Sono state necessarie misure igienico-dietetiche, insieme all’assunzione di un antitiroideo di sintesi (82% dei casi) per tutti i pazienti. I beta-bloccanti sono stati utilizzati nel 70% dei casi. I diuretici sono stati impiegati nel 47% dei casi. Un anti-aggregante piastrinico è stato somministrato a 3 pazienti mentre un anti-coagulante è stato somministrato a 5 pazienti. Quattro pazienti sono stati trattati con iodio radioattivo, mentre una tiroidectomia totale è stata realizzata in un paziente affetto da un gozzo compressivo
Una remissione completa (guarigione) è stata notata nel 57% dei casi, una persistenza della cardio-tireosi nel 29% dei casi, e un paziente è deceduto. In conclusione la cardio-tireosi rappresenta un’urgenza diagnostica e terapeutica, il tutto per minimizzare le conseguenze di una grave cardiopatia e il rischio di recidive. Ma non solo l’ipertiroidismo può essere la causa di cardio-tireosi. Anche l’ipotiroidismo può accompagnarsi con tali complicazioni. Nel corso di questa disfunzione della tiroide può comparire un interessamento dall’apparato cardiovascolare tramite un aumento del colesterolo LDL, una diminuzione del colesterolo HDL, un aumento dei trigliceridi, un’obesità e una ritenzione idrica. Possono insorgere disturbi del ritmo cardiaco caratterizzati dall’allungamento del Q-T all’elettrocardiogramma, e conseguenti aritmie ventricolari talvolta gravi e pericolose. Un motivo in più per controllare periodicamente la funzionalità di una ghiandola così importante per la salute.
L'autore è Medico - Endocrinologo