“Come categoria - esordisce il presidente Lariccia - siamo soddisfatti. Oltre a una più equa redistribuzione dei vantaggi, si pone al centro la riscrittura del rapporto tra fisco e cittadini, in cui i commercialisti ricoprono un ruolo importante”.
La Legge di Bilancio 2024 porta con sé alcune novità, tra cui le modifiche dei Bonus edilizi, il divieto della circolazione dei crediti, la rimodulazione delle aliquote Irpef. Soprattutto una serie di vantaggi rivolti ai cittadini con redditi più bassi e ai lavoratori. I commercialisti sono stati chiamati a essere protagonisti non solo nella fase dell’applicazione delle norme e della risoluzione delle problematiche, ma anche in quella di scrittura. “Questa riforma finanziaria - aggiunge Lariccia - è il primo passo di un percorso più lungo, nel quale ci auguriamo e auspichiamo di migliorare il rapporto cittadino e amministrazione finanziaria”.
Presidente, una delle maggiori novità della Legge di Bilancio riguarda i Bonus Edilizi. Ci può spiegare cosa cambia?
“Come già era stato annunciato, è andata a regime la riduzione dell’aliquota del Super Bonus, che passa dal 110 al 70%. Il Governo aveva già dato uno stop alla circolazione dei crediti per famiglie e imprese. L’unico che era rimasto invariato era il Bonus per il Superamento delle Barriere Elettroniche che però, dal primo gennaio 2024 è stato sottoposto a una rimodulazione: oltre allo stop della cessione del credito o allo sconto in fattura, anche il divieto di utilizzarlo per sostituire gli infissi delle abitazioni. Quindi, si applica solo alle parti comuni degli edifici, per interventi riguardanti, agli ascensori, i servoscala e montacarichi. Ovviamente questa modifica ha un impatto importante sulle famiglie, anche perché si attestava al 75% e su categorie di spese che dal 1° gennaio non sono più utilizzabili. Quindi, gli interventi andranno pagati per intero, consentendo il beneficio della sola detrazione d’imposta ripartita in 5 anni dall’anno del pagamento”.
Altra novità fuori Bilancio riguarda appunto l’Irpef che passa da quattro a tre aliquote. Questa riduzione cosa comporta?
“Il passaggio da 4 a 3 aliquote per i redditi tra i 25mila euro e i 28 mila euro, vuol dire un risparmio di imposta per i redditi più bassi. Per i primi due scaglioni, le rimodulazioni di premi, incentivi, porta a un incremento del risparmio fiscale. Esistono, poi, altre misure come l’Assegno Unico che ha avuto un leggero incremento. Insomma, una serie di prerogative che insieme danno un senso di maggiore attenzione ai cittadini con difficoltà”.
In qualche modo ha favorito i lavoratori e le famiglie con reddito basso?
“Assolutamente sì. La Legge di Bilancio è andata nella direzione di una maggiore perequazione, pur nelle difficoltà nella quali si muove oggi il Governo. E’ stato fatto il possibile per redistribuire un vantaggio per i redditi più bassi, con un risparmio di imposta di minimo 1290 euro, ottenuto con la riduzione degli scaglioni e la detassazione dei premi.. Anche se si tratta di un’operazione a saldo 0 per le casse dello Stato, ottenuta eliminando delle detrazioni ai redditi superiori ai 55 mila euro, apporta un vantaggio al ceto medio e ai lavoratori. Quest’ultimi sono stati sostenuti con l’incremento dei fringe benefit e la detassazione dei premi per la categoria dei lavoratori dipendenti che, di conseguenza, diventa un beneficio sulle fasce della popolazione con redditi meno elevati”.
La categoria dei Commercialisti si può ritenere soddisfatta o vi aspettavate di più da questa Legge?
“Come categoria siamo soddisfatti che il Governo abbia intrapreso un confronto tecnico con i commercialisti nella fase di scrittura delle norme e non solo nel momento dell’applicazione, quando si evidenziano lacune e difficoltà. La riforma fiscale in questo momento pone al centro la riscrittura del rapporto tra fisco e cittadini, in cui i commercialisti ricoprono un ruolo importante. Ruolo centrale assume lo statuto del contribuente , che diventa la base del rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria, nonché altri istituti in cui i commercialisti in questo momento sono presenti. Occorre ridurre l’incertezza nell’applicazione delle norme, che generano errori che poi si ripercuotono sulla collettività, nella determinazione delle imposte e nel comportamento più idoneo da tenere con l’amministrazione finanziaria”.