La scorsa settimana abbiamo parlato del diabete indotto dal cortisone impiegato come farmaco. In questo articolo trattiamo del rapporto tra il cortisone normalmente presente nel nostro organismo, sotto forma di cortisolo, con il diabete e con il sovrappeso.
l cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Quando una persona subisce uno stress, il corpo produce alcuni ormoni in maggiore quantità, tra i quali il cortisolo. In caso di diabete o di sovrappeso un tasso elevato di cortisolo nell’organismo può comportare dei rischi. Il cortisolo esplica molte funzioni: esso partecipa alla regolazione del metabolismo, aiuta l’organismo a far fronte a stress diversi come infezioni, incidenti, interventi chirurgici. Esso regola l’infiammazione agendo su dei fattori chimici, partecipa alla regolazione del ritmo circadiano che detta al corpo i tempi del sonno e dell’appetito.
Quando una persona subisce uno stress, le ghiandole surrenali possono liberare di colpo una grossa quantità di cortisolo. In effetti l’ormone in questione mobilizza l’energia necessaria per far fronte allo stress, notoriamente stimolando la degradazione delle riserve di glucosio, di grassi e di proteine, il tutto per alimentare muscoli e cervello. Ci sono due grandi rischi legati ad un tasso di cortisolo troppo elevato quando è presente il diabete. Innanzitutto il cortisolo stimola la produzione di glucosio da parte del fegato per far fronte allo stress.
Si può avere dunque un aumento persistente della glicemia quando l’insulina disponibile non è sufficiente. Inoltre il cortisolo può anche ridurre la sensibilità delle cellule all’insulina con conseguente aumento della resistenza alla stessa. Gli effetti di un tasso elevato di cortisolo sull’organismo di un diabetico variano da una persona all’altra. Pertanto è essenziale consultare uno specialista per avere informazioni atte a gestire il problema.
Il cortisolo, talvolta chiamato “ormone dello stress” è spesso associato al sovrappeso. Un tasso troppo alto, causato da uno stress cronico, può avere le seguenti conseguenze: un aumento dell’appetito con spesso una preferenza per gli alimenti grassi e zuccherati, con conseguente accumulo di grasso in particolare a livello addominale. L’ormone può causare inoltre un’alterazione del ritmo circadiano con impatto sulla qualità del sonno. Per la prevenzione di questi rischi è utile un’attività fisica di tipo aerobico e un regime alimentare equilibrato, il tutto in un ambiente calmo. Nei casi più importanti non si esclude un approccio di tipo psicologico per far fronte allo stress.
L'autore è Medico - Endocrinologo