Malata oncologica partorisce bimba: Alle donne che soffrono dico: mai arrendersi

La storia di Anna D'Urso. Il professore Carmine Malzoni: una bella pagina di storia medica

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Avellino.  

Diventa mamma a 44 anni, affetta da un tumore genetico raro e dopo aver lottato contro altre patologie, come l'obesità. La storia di Anna D'Urso sta rapidamente facendo il giro di media e social, per il suo portato di gioia e speranza. Ieri a mezzogiorno e trenta minuti ha dato alla luce la sua bambina, Mya, due chili di bellezza e speranza.

"Ho vissuto un miracolo prezioso dando alla luce la mia bellissima bambina, che abbiamo chiamato Mya".  La mamma di Solofra e malata oncologica è stata seguita dal professore Carmine Malzoni (nella foto, ndr) e altri esperti del Pascale, con in supporto i dottori Carmine e Lucia Casarella. Sei anni fa perse il suo bambino, nato prematuro nella stessa clinica di viale Italia. Poi la nuova gravidanza. «Mi sono ritrovata in attesa di mia figlia», scrive sul suo profilo Facebook, «e per fortuna ero già in cura e sotto controllo periodico». 

La storia di Anna e della piccola Mya

Anna ha affrontato la gestazione con straordinaria forza e dedizione, seguendo attentamente le indicazioni dei medici del Pascale e della Clinica Malzoni, guidati dal professore Carmine Malzoni. Anna, attualmente ricoverata nel reparto della Clinica Malzoni, esprime la sua profonda emozione: "Questa nascita è uno straordinario miracolo, il regalo più grande della mia vita. Non riesco a credere che Mya sia cresciuta dentro di me. Voglio dire a tutte le donne di non arrendersi perchè la vita è sempre una sorpresa e il miracolo può sempre arrivare. Per me è arrivato nel momento più difficile della mia vita". L'arrivo di Mya è stato monitorato attentamente dal professor Carmine Malzoni, che ha fatto partire la signora, eseguendo un delicato parto cesareo.

La gravidanza

La gravidanza di Anna, considerata ad alto rischio a causa della sua condizione oncologica e dell'obesità, è stata seguita con scrupolo dai medici, compresi i dottori Stefano Mori e Paolo Ascierto del Pascale. "Dico a tutte le donne di affidarsi ai migliori specialisti e di seguire ogni indicazione. Sono stata fortunata ad incontrare tutti questi angeli che mi hanno sostenuta, curata, aiutata":

Malzoni: "Una gravidanza rara con un lieto fine"

Il professore Carmine Malzoni, responsabile della rinomata clinica omonima, ha affermato: "Quella di Anna e Mya è una bella pagina di medicina, che si è risolta brillantemente. La probabilità di Anna di rimanere incinta era del 2%, il che significa che solo il 2% degli ovociti rimane fecondabile a questa età. Ricordo che le donne non producono nuovi ovociti ogni giorno, ma hanno quelli presenti fin dalla nascita e dopo 44 anni solo il 2% di essi è ancora fecondabile. Eppure, lei è riuscita a rimanere incinta. Questo non è certo merito mio, ma è stato un colpo di fortuna importante".

D'Urso : alle donne che soffrono dico mai arrendersi

La storia di questa signora è caratterizzata da una doppia sfida medica. "Combatteva una rara patologia oncologica, sebbene con un basso grado di malignità - ha spiegato Malzoni - quattro anni fa, si era sottoposta a un trattamento presso l'Ospedale Pascale dove aveva anche partecipato a una terapia sperimentale d'avanguardia che aveva avuto successo. poi le sue gravidanze perse, il piccolo bambino venuto alla luce e morto dopo alcuni giorni. Un percorso clinico importante, che comunque non ha impedito l'arrivo di una bellissima bambina".

Nonostante il passato la signora ha deciso di affrontare un'altra gravidanza, nonostante le raccomandazioni di interromperla. Si è rivolta così al professor Malzoni, che le ha consigliato di andare avanti perché non c'erano rischi evidenti. "Mi sono consultato con il professor Mori, primario presso l'Ospedale Pascale e esperto di queste rare patologie, che ha concordato con questa valutazione: la gravidanza poteva andare avanti. Ieri Anna ha partorito abbiamo eseguito un parto cesareo non semplice, anzi estremamente complesso, soprattutto perché la paziente aveva già subito un taglio cesareo. Fortunatamente, mamma e figlia stanno entrambe bene".

"Non è comune avere accesso a un'unità di terapia intensiva neonatale, ma è fondamentale per fornire un'assistenza completa a 360° alle persone" ha affermato il professor Malzoni. "Preferirei chiudere un'unità invece che lavorare senza la Tin in quanto questa struttura ci consente di fare cose eccezionali". Il professor Malzoni ha concluso: "Stiamo offrendo servizi di eccellenza che sono tipici solo dei grandi centri medici, come il Bambin Gesù. Sono risultati che si ottengono solo in luoghi come questo. Siamo molto orgogliosi del nostro lavoro".