Avellino, sport in carcere: "Noi, detenuti calciatori per un sogno di rinascita"

Inaugurato il campo di calcio del carcere di Bellizzi. La direttrice: orgogliosa dei miei detenuti

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Le storie. Vincenzo: siamo un simbolo di speranza. Kosmi: lo sport è inclusione

Avellino.  

Un campo da calcio nel carcere, perchè lo sport diventi inclusione e per non trascorrere e vivere la pena detentiva su una branda, senza giuste occasioni di riscatto e spunti di sana riflessione. E' stato inaugurato, questa mattina, nel centro sportivo polivalente del carcere di Bellizzi Irpino il campo da calcio dell'istituto detentivo di Avellino. Un campo verde come la speranza, e che ricorda la finalita’ rieducativa della pena. 

È finita in parità, ma il risultato almeno in questa occasione era l'ultima cosa che contava per i giovani detenuti del carcere di Avellino che hanno inaugurato il campo sportivo polivalente sfidando i campioni della serie A di calcio a cinque dell'Asd "Sandro Abate".

"È l'unica palla al piede -ha detto un giovanissimo e ironico detenuto napoletano- che vorremmo per la nostra vita alla ricerca del riscatto, per noi e per il dolore che abbiamo provocato ai nostri familiari".

Squadre in campo per la prima partita

In campo sono scese per l'occasione squadre miste, da nove calciatori l'una tra detenuti e atleti della Asd Sandro Abate Fivesoccer per il primo calcio di inizio, la prima partita, che ha il sapore della rinascita nel segno della legalità. In ognuna delle due squadre sei detenuti e tre atleti e per il primo fischio di inizio l'emozione grande della rinascita, nel segno dello sport.  L'impianto è stato realizzato con i fondi, cinquanta mila euro, del Dap. La direttrice del carcere di Avellino, Concetta Felaco, che "la creazione di un nuovo spazio libero di incontri e di socializzazione al servizio della comunità penitenziaria, segnerà l'avvio di nuovi percorsi alla legalità fondata sui valori dello sport e della competizione sportiva. "Il campo sportivo -ha concluso- è stato il frutto di un importante investimento dell'amministrazione penitenziaria realizzato con grande determinazione nello spirito costituzionale della finalità rieducativa della pena". Al taglio del nastro sono intervenuti il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, il Garante regione delle persone detenute, Samuele Ciambriello e, in rappresentanza della Figc, Carmine Zigarelli". 

Felaco: importante lo sport per la rieducazione

"La creazione di un nuovo spazio libero di incontro e di socializzazione al servizio di questa comunità Penitenziaria segnerà l’ avvio di nuovi percorsi di educazione alla legalita’ fondati sui valori sani dello sport e della competizione sportiva – ha spiegato la direttrice del carcere , Concetta Felaco -. Se la pena è solo contenimento, non ha senso e significato. Il nostro mandato istituzionale, ci impone la pratica della inclusione e sensibilizzazione dei detenuti . Lo sport è sempre occasione di incontro e confronto prezioso. Sono orgogliosa dei miei detenuti, sono emozionata in questo giorno, che segna l'inizio di un nuovo percorso". Presenti numerosi referenti istituzionali, ieri mattina, per l'evento come il sindaco Gianluca Festa, referenti delle forze dell'ordine e prefettura e della Diocesi di Avellino.

Ciambriello: servono più agenti

Samuele Ciambriello, garante dei detenuti, ha spiegato: "Io credo che in tutte le carceri il diritto allo studio, al lavoro, all'affettività e allo sport siano fondamentali, per non far vivere lo sconto di pena su una branda. Esattamente 40 anni addietro questo campo da calcio venne chiuso, perchè arrivò una soffiata che sarebbe stato usato come pista da atterraggio di un elicottero per fare evadere Pupetta Maresca. Sono trascorsi 4 decenni ed oggi qui si segna un nuovo inizio, perchè lo sport è indispensabile negli istituti detentivi per allentare le tensioni, favorire la mobilità a tutela del diritto alla salute». Ciambriello ha chiesto comunque più personale in carcere per favorire progetti e attività.

VIncenzo: bello giocare a calcio e rinascere

Sullo sfondo le storie dei carcerati, felici di poter fare sport. Come Vincenzo Bolognini in carcere per reati legati alla droga, 52 anni di Casoria che ha detto:"La nostra squadra sarà il simbolo della rinascita. Siamo soddisfatti di questo risultato che è un punto di partenza verso la legalità. Oggi in questo campo, vinciamo un pò, in termini di dignità lanciando un messaggio di speranza a tutti i detenuti in Italia. Questo progetto ci aiuterà a rieducarci ai valori sani della legalità".

Dello stesso parere anche Kosmi, 24 anni, in carcere per furto. "Ho combinato dei casini, furti e sono finito in carcere. Sono in carcere da 4 anni e mezzo e uscirò tra due anni. Per me – spiega Kosmi - giocare a pallone sarà la speranza. Mi sento bene e mi fa pensare che c'è una speranza".