Se nostra figlia oggi è ancora in vita lo dobbiamo a San Gerardo. E’ stato lui a proteggerla e a salvarla, dopo che i medici ci avevano dato ormai speranze pari quasi a zero. Ne siamo convinti. Un calvario quella della piccola Gerardin, non poteva chiamarsi diversamente, che comincia alla 29esima settimana di gravidanza di mamma Antonella.
E’ ancora scossa, incredula ed emozionata nel raccontarci la sua storia, insieme a suo marito Giancarlo, originari di Montemarano ma residenti a Forino.
“Dopo 29 settimane di gravidanza ci cade il mondo addosso. I medici scoprono che la nostra bimba è affetta da un aneurisma cerebrale. Non ci penso più di una volta - racconta Antonella Gallo - il giorno dopo decido di recarmi a Materdomini, nel Santuario di San Gerardo, con me porto un fazzoletto, lo appoggio prima sulla statua e poi sulla mia pancia, senza toglierlo un solo istante fino al giorno della nascita. I medici mi avevano detto che solo un miracolo avrebbe potuto salvare la nostra bimba. Dopo 34 settimane viene alla luce.
Il giorno dopo ci viene data una percentuale minima di sopravvivenza
Avviene a questo punto l’embolizzazione cerebrale, otto ore di intervento chirurgico, tra le mie mani ho il rosario di San Gerardo e la statuetta che porto sempre con me. Ho pregato e pianto tanto quel giorno, senza mai lasciare l’immagine di Gerardo. Ricordo come fosse ora che improvvisamente si staccò dal rosario e mi cadde sulle gambe. Sembrava una pietra pesante. Capisco che Gerardo è vicino alla mia bimba. Dopo otto ore esce il dottore, dicendo che l’intervento è andato bene ma dobbiamo attendere per vedere quale sarà la reazione. E’ intubata, tenerissima, un dolce batuffolo.”
Antonella sente la presenza continua di San Gerardo accanto a lei e decide di contattare una sua cara amica
“Essendo a Roma, mando Maria Antonia a portare dei fiori a San Gerardo e chiedi di fare una foto. Dietro alla statua, compaiono due volti, quello di Gesù e di una bambina. Non ho dubbi, la mia Gerardin è stata miracolata.
E’ la volta poi di un secondo intervento, altre tre ore di attesa
Ritorna la paura, l’ansia e la preoccupazione. Gerardin non reagisce, il cuore si ferma. Se non riparte dopo 24 ore, purtroppo non ci sarà nulla da fare, bisogna staccare tutto. Io prego continuamente e invoco a San Gerardo. Sono in terapia intensiva accanto a lei. La vedo sofferente, la disperazione è tanta. In quella stanza ci sono 10 bimbi.
Ad un certo punto, accade qualcosa di indescrivibile
Tremo ancora oggi solo a raccontarlo. Vicino alla culletta di Gerardin, vedo il volto di San Gerardo di spalle, lui passa accano a lei a se ne va. Lì ho capito che è venuto a salvarla. Dopo due mesi di terapia intensiva la mia Gerardin è a casa grazie a San Gerardo..