Ad Avellino la gestione dei rifiuti sarà affidata ad una società mista, mentre per il resto dell'Irpinia l'Ato Rifiuti prosegue verso la strada dell’in house providing. Ad annuniarlo è il Consiglio d'ambito dell'Ato Rifiuti presieduto da Vittorio D'Alessio, dopo che la Corte dei conti ha sollevato un errore procedurale sulla costituzione della società mista della città di Avellino.
Di seguito la nota dell'Ato che chiarisce le motivazioni e il percorso che ha condotto alla scelta di dare vita ad una società a completa partecipazione pubblica, in attesa che venga trasferita alla stessa società il ramo d'azienda di IrpiniAmbiente.
"Il Consiglio d’Ambito dell’Ato Rifiuti di Avellino ha compiuto – attraverso la delibera n. 4 del 4 febbraio 2023 – una scelta ben precisa: l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani a una società in house, “dando atto che la newco da costituire sarà ad intero capitale pubblico”. Una decisione ben ponderata, arrivata in seguito ad una serie di valutazioni, in primis alla relazione ed al piano economico e finanziario, quest’ultimo asseverato dalla Deloitte & Touche spa, redatti dal dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli Studi Parthenope di Napoli ai sensi del Decreto legistlativo 201 del 2022.
La decisione dei consiglieri è stata assunta con la piena consapevolezza che la strada individuata fosse quella in grado di garantire le migliori risposte alle esigenze della comunità irpina: un servizio efficiente a costi, laddove possibile, ridotti rispetto agli attuali. Del resto, sin dal suo insediamento, il consiglio d’ambito guidato dal presidente Vittorio D’Alessio ha sempre avuto un unico obiettivo: “agire nell’esclusivo interesse della collettività, arrivando ad organizzare una gestione del ciclo integrato efficiente e vantaggiosa dal punto di vista economico”.
I tempi, considerando gli ultimi riferimenti normativi, sono assai stringenti ma, anche da questo punto di vista, poco o nulla è imputabile all’attuale consiglio d’ambito, che si è insediato meno di un anno fa. I passi in avanti realizzati nel corso degli ultimi 12 mesi – nell’ambito del percorso per l’acquisizione della gestione del ciclo integrato dei rifiuti – sono stati numerosi e concreti, tali da consentire di arrivare alla definizione della modalità di gestione e all’approvazione dello statuto della costituenda società cui saranno affidate le attività afferenti il ciclo integrato dei rifiuti. Qualche piccolo ritardo – se c’è stato – è imputabile esclusivamente alla convinzione che tutti gli enti presenti sul territorio ed i loro rappresentati agissero – al pari del consiglio d’ambito e del suo presidente – nell’esclusivo interesse della collettività.
Purtroppo, i tentativi di bloccare il percorso dell’Ato hanno dimostrato il contrario, ma gli ostacoli sono stati prontamente aggirati dalla determinazione e dalla volontà di mettere in campo ogni sforzo per il bene comune. Il consiglio d’ambito e la struttura tecnica dell’ente continuano a lavorare senza sosta per provare a chiudere il cerchio entro il prossimo 30 marzo: dovesse arrivare il parere positivo della Corte dei Conti in tempi rapidi, è tutto pronto per la costituzione della newco e l’avvio della nuova fase di gestione. In caso contrario, l’Ato sarebbe costretto a virare in altra direzione, che verrà opportunamente ponderata per favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La decisione di richiedere un parere pro-veritate all’avvocato Alfredo Contieri, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università Federico II di Napoli, poggia le basi su una diversa interpretazione dell’articolo 33, comma 2 del Decreto Legislativo 201/2022, che ha introdotto una disciplina transitoria di carattere derogatorio applicabile fino al 30 marzo prossimo.
Nello specifico, la sezione di Controllo della Corte dei Conti della Campania – nell’ambito della procedura avviata in seguito alla richiesta di parere dell’ente d’ambito di Caserta per l’acquisizione del 51% del capitale sociale della Gisec spa - ha ritenuto che l’articolo in questione, “pur consentendo agli Enti d’Ambito l’acquisizione di quote di capitale di Società in house esistenti, non permetta loro la successiva assegnazione alle stesse della titolarità dei servizi afferenti il Ciclo Integrato dei Rifiuti”.
Una interpretazione restrittiva della norma che “non è sembrata condivisibile ai Direttori generali dei sette Enti d’Ambito della Regione Campania, riuniti in Conferenza a mezzo Web lo scorso 14 febbraio”. La necessità di arrivare ad un parere pro-veritate, richiesto ad uno specialista fornito di adeguata qualificazione professionale, al fine di rimuovere ogni dubbio ed ogni incertezza in ordine alla portata precettiva della normativa contenuta nel Decreto legislativo 201/2022, è divenuta indispensabile a seguito della deliberazione della Sezione Controllo della Corte dei Conti della Regione Emilia Romagna che, su richiesta della Città Metropolitana di Bologna in ordine a problematica simile, avente ad oggetto l’acquisizione di azioni di Società in house, non ha manifestato alcuna incertezza né alcun dubbio in ordine alla possibilità di procedere all’affidamento del servizio”.
Nessuna doccia fredda, dunque, per l’ente d’ambito, ma esclusivamente la determinazione a proseguire lungo un percorso avviato con la piena consapevolezza di essere impegnati a scrivere una pagina importante per il futuro delle comunità irpine e di dover mettere in campo ogni sforzo per garantire il migliore risultato possibile".