Il tre febbraio scorso avvenne quel dramma sfiorato, nel quartiere ferrovia ad Avellino. Un cancello davanti uno stabilimento crollò al suolo e un operaio rimase travolto, nell'area dove sostano i mezzi della ditta per cui lavorava. L' autotrasportatore di 43 anni rimase schiacciato dal cancello, che si staccò improvvisamente dalle guide. Un dramma, quello avvenuto nella fredda sera d'inverno nella periferia di Avellino, che in pochi attimi ha visto cambiare la vita di un uomo e dei suoi cari. Il 43enne, da quel giorno, è ricoverato in un letto d'ospedale e non sa ancora se la sua ripresa sarà completa, perché è troppo presto per capire quale sarà il decorso della degenza, e il risultato delle cure e pratiche riabilitative. Serve tempo, impegno, assistenza a tanta forza per il suo completo recupero. Le ferite riportate, infatti, sono state troppo serie. I familiari dell'operaio, intanto, hanno affidato il mandato per la difesa all'avvocato Tullio Tartaglia.
Dopo più di un mese da quella drammatica sera, la moglie dell'operaio che ha subito il grave infortunio ha voluto ringraziare tutti coloro che lo hanno assistito e curato; a cominciare dal personale medico da cui riceve le migliori cure con professionalità e umanità: "Il mio ringraziamento va sia al personale dell'Ospedale Moscati di Avellino che a quello della Casa di Cura Le Ville di Montefalcione, devo ringraziare soprattutto due angeli, due giovani ragazzi della nostra terra, che la sera del 3 febbraio scorso non si sono girati dall'altra parte, non si sono limitati a chiamare i soccorsi, ma con un senso civico fuori dal comune hanno salvato la vita a Silvio. Mio marito era solo all'interno dell'area parcheggio, come sempre il primo ad arrivare al lavoro, che era tutta la sua vita e che svolgeva con passione, e l'ultimo ad andare via. Quando è stato travolto dal pesante cancello, riportando fratture multiple e danni ai polmoni, incastrato e immobile, era solo, e destinato certamente a morire. Ma così non è stato, grazie ai due ragazzi che passavano da quelle parti per caso e che, allertati dal forte tonfo, si sono subito attivati per cercare di sollevare il cancello di quel poco che bastasse a far strisciare fuori Silvio. Ho saputo poi che hanno fermato le auto di passaggio, hanno chiamato i soccorsi ed aspettato il loro arrivo. So che uno di questi ragazzi ha perso parte di un dito, rimasto incastrato sotto il peso del cancello e, probabilmente, si tratta del ragazzo con la mano fasciata che in ospedale si preoccupava più delle condizioni di mio marito, che dopo essere strisciato fuori aveva perso i sensi, a causa dei dolori lancinanti, che della sua mano. Cause e responsabilità dell'incidente saranno sicuramente accertate dalla Procura della Repubblica e dalle Forze dell'Ordine, cui va la nostra totale fiducia, ma se oggi ho ancora un marito, se oggi Silvio è vivo e combatte in un letto d'ospedale per tornare alla sua vita, lo devo a questi due angeli senza nome, ed alle loro famiglie che hanno messo al mondo due giovani eroi", conclude.