Ospedale Monteforte al freddo, tra i reparti al gelo c'è Pediatria

L'emergenza riscaldamenti va avanti da tempo: medici e infermieri con stufe da casa

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Monteforte Irpino.  

Protestano i genitori dei piccoli che frequentano (non per divertimento) il reparto di Pediatria dell'ospedale di Monteforte. Da molti giorni, magari troppi per quel tipo di struttura pubblica, i riscaldamenti proprio non funzionano. Le temperature all'interno di tutto l'ospedale sono artiche e in questi giorni di freddo intenso non è affatto piacevole per chi dell'ospedale non può farne a meno per salute o per lavoro.

Direzione sanitaria senza risposte

Sono state infruttuose diverse sollecitazioni, educate proteste, segnalazioni alla Direzione sanitaria perché predisponesse l'intervento tecnico necessario nel plesso. Operazione, questa, che con una gestione normale andrebbe programmata per tempo: non è che il gelo dell'inverno possa essere iscritto nel lungo elenco degli "imprevisti" che affliggono la sanità in Campania. I riscaldamenti da far funzionare non sono come i pronto soccorso che vengono presi d'assalto e non c'è personale per farli funzionare. Per i riscaldamenti basta una squadra di tecnici che chiami e che nel giro di qualche giorno mette a posto tutto. La spiegazione data è che nei periodi più freddi manca il gas, le tubature si ghiacciano, i termosifoni vengono accesi in modo non costante, rendendo il microclima non idoneo né per l’utenza né per gli operatori. Non tutti i reparti hanno l'alternativa dei condizionatori elettrici.

Il caldo è fai-da-+te

A Monteforte si sopravvive. Si vivacchia. Si sbarca il lunario. L'ospedale è come un'ultima frontiera in via di smobilitazione: si salva chi può. E pure protestare, alla fine, stanca. Molti infermieri e medici, per fronteggiare la situazione, sono stati costretti a portare stufe da casa. Il che dovrebbe rappresentare un segnale a due vie: se il problema si risove in qualche stanzetta è la sicurezza che viene meno in tutto il plesso.

Il San Giacomo doveva rinascere

Le solite parole, gli annunci già sentiti: con la programmazione della medicina territoriale, l'ospedale di Montefoerte (gestione dell'Asl di Avellino) sarebbe rinato. Lo annunciava il sindaco Giordano, prima che problemi di acquisizioni e di boss della camorra lo tenessero impegnato su vicende delicate e personali. Ora si aspetta il samaritano di turno. L'uomo che s'intesti il merito di aver aggiustato i termosifoni, che fosse un atto eroico e non un dovere compiuto.