Vadim, dalla guerra in Ucraina alla vita: "Il nostro piccolo eroe è salvo"

Prematuri, festa al Moscati: Moschella: è un guerriero, in lotta per la vita per 2 mesi ha vinto

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“Oggi è il nostro Natale”, racconta emozionato il direttore della neonatologia e tin Sabino Moschella, nell’accogliere i piccini, sopravvissuti nel reparto, dopo mesi, giorni di lotta per la vita.

Avellino.  

Concepito sotto le bombe della guerra in Ucraina, coraggioso dal primo istante, venuto al mondo prematuro. Si chiama Vadim il neonato prematuro, che è diventato il simbolo della festa della prematurità all'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino.

La giornata della Prematurità

Oggi è stata celebrata la festa della Prematurità, con 50 nati prematuri del Moscati, che si sono ritrovati nel giorno che celebra la vita. “Oggi è il nostro Natale”, racconta emozionato il direttore della neonatologia e tin Sabino Moschella, nell’accogliere i piccini, sopravvissuti nel reparto, dopo mesi, giorni di lotta per la vita.

Vadim in lotta per la vita

“Vadim è un esempio di forza, vita e coraggio” , spiega Moschella. La storia di Vadim inizia con fuga nel grembo di sua madre, gemello di suo fratello, morto una volta venuto al mondo. Vadim è arrivato in cerca di pace e vita ad Avellino. Ma la lotta per la vita, per lui, è continuata anche una volta venuto alla luce .

La guerra in Ucraina, il padre lontano

Scampato alla guerra in Ucraina, Vadim è nato prematuro il 23 settembre e pesava poco più un kg e cento. E' stato subito ricoverato nella Tin del Moscati. Lui vivo, nato prematuro, suo fratello volato in cielo.  Vadim ha trascorso 55 giorni nella Tin del Moscati. Un tempo lunghissimo e difficile per lui, in cui è sopravvissuto a più crisi cardiache. 

Mamma Natalia, il fratellino morto

“La madre, Natalia di 36 anni, ha partorito d’urgenza al Moscati. Il padre è in Ucraina. Vadim è ricoverato da due mesi con noi. Nei prossimi giorni tornerà finalmente a casa dalla nonna: la madre della madre che vive a Solofra. In reparto abbiamo vissuto momenti drammatici, tra ripetuti arresti cardiaci e riprese del piccolo. Sono trascorsi giorni difficili, tra momenti complicati e flebili speranze. Ma un giorno dopo l’altro, Vadim si è aggrappato alla vita – spiega Moschella - e ha vinto. Lui è l'emblema della lotta per la vita, il segnale luminoso di tutti i piccoli guerrieri nati prematuri".