Sabato 17 settembre, nel Comune di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, si terrà la cosiddetta “Tirata del Carro”, un evento tradizionale che prevede una marcia di diverse ore in cui 12 buoi saranno costretti a trainare un obelisco di legno alto 25 metri, del peso di diverse tonnellate. Una tradizione che ha suscitato l’indignazione di numerose persone sensibili al benessere degli animali, che in questo caso viene decisamente messo in secondo piano dall’Amministrazione comunale e dagli organizzatori di questa manifestazione.
Gli animali sfruttati in questo modo, infatti, dovranno sopportare non soltanto l’enorme fatica fisica per trascinare questo oggetto così pesante, ma anche il rumore e la confusione causati dalle tante persone che andranno ad assistere a questo spettacolo anacronistico e indecoroso. Una situazione che causerà sicuramente problemi fisici e stress ai poveri buoi coinvolti in questa esibizione di sfruttamento gratuito e immotivato.
“Ho scritto una lettera (link alla lettera https://www.legadelcane.org/rassegna-stampa/lndc-scrive-al-sindaco-di-mirabella-eclano-av/) al Sindaco per far presente che la tutela e il rispetto degli animali sono ormai non soltanto normati dal Codice Penale, ma di recente sono stati anche inseriti nei principi costituzionali del nostro Stato”, fa sapere Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Eventi di questo tipo, purtroppo, sono diffusi e non appartengono soltanto a questo Comune, ma nel 2022 è inaccettabile che si continuino a portare avanti queste tradizioni medievali e incuranti del benessere psicofisico degli animali coinvolti. Lo stesso risultato si potrebbe ottenere facendo trainare l’obelisco da un mezzo di trasporto, possibilmente elettrico per non impattare sull’ambiente, senza costringere i buoi a dover sopportare fatica e stress.”
“Ho quindi chiesto al Sindaco di trovare un’alternativa più sostenibile, moderna e civile per potare avanti la tradizione del proprio Comune, anche per dare un esempio da seguire agli altri Comuni e per insegnare alle nuove generazioni il rispetto degli animali in quanto esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza”, conclude Rosati.