L'Autostazione di Avellino, un'opera lunga 35 anni. Tutto ebbe inizio con Marcello Petrignani, il padre del piano regolatore.
La prima pietra della struttura nel 1986 per una somma di 8 miliardi di lire. Ritardi burocratici, interdittive antimafia, sospensive, ricorsi al Tar, il Covid. Non è mancato niente nella genesi del terminal di via Fariello.
Quest'opera, iniziata 30 anni fa con il sindaco Antonio Di Nunno, rappresenta la storia di questo paese, fatta di ritardi e lungaggini burocratiche.
I ricorsi al Tar, i cambi di amministrazione, le interdittive antimafia hanno fatto sempre slittare la conclusione dei lavori.
E' persino accaduto che i bus non entrassero negli stalli, come originariamente progettati.
Dopo la chiusura del cantiere per un decennio, tra il 2009 e il 2019 i lavori sono ripresi nel 2020 ma poi ci sono state altre sospensioni per le vicissitudini giudiziarie della Co.gepa., finchè in due anni e mezzo si è completata un'opera, nel frattempo arrivata al costo di 30 milioni di euro.
Il resto è storia di questa mattina.