«Ci rendiamo conto che alcune liturgie come i saluti istituzionali (un mese dopo l’insediamento…) vanno rispettate, ma riteniamo che tutto ciò debba avvenire nei tempi che la situazione di oggi richiede. Affermare che lo stato del personale dell’Asl di Avellino sia precario rappresenta un eufemismo. Soprattutto, di fronte alle inaugurazioni degli ultimi tempi che, secondo noi, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione».
«E’ necessario, sin da subito, ragionare su come porre rimedio alla crisi strutturale delle aree sanitarie interne, senza gravare esclusivamente su lavoratori e cittadini malati. Sarebbe molto più utile cominciare a farlo immediatamente. Nella stessa giornata del saluto, perché ce lo chiedono sia i fatti che i cittadini, sempre più soli e vittime di pastoie burocratiche che con i tempi rapidi richiesti da prevenzione, cura e riabilitazione della salute cozzano violentemente».
«La Dott.ssa Morgante ha lasciato (a suo dire…) una Asl perfettamente funzionante e, addirittura, in fase avanzata di decollo, il cui unico obiettivo mancato sarebbe il centro per l’autismo. Altro che decollo. Qui il rischio è una caduta sulla pista… Sempre più professionisti, infatti, abbandonano i nostri luoghi per motivi diversi e i servizi appena varati si inceppano, uno alla volta, in maniera sempre più preoccupante…».
«La FP CGIL, per l’ennesima volta, chiede ufficialmente alla Direzione Strategica della Asl di Avellino l’apertura, sin da subito, di uno spazio di condivisione e lavoro riguardante la situazione attuale dei presidi ospedalieri e dei servizi territoriali con le relative ricadute sulle condizioni di lavoratori e cittadini. Chiediamo, poi, chiarimenti sui processi di internalizzazione dei servizi, su quelli di stabilizzazione del personale precario, sulla ripresa, più dignitosa e fattiva, dell’applicazione degli istituti contrattuali del personale. Perché, mentre noi aspettiamo di essere ricevuti per il saluto, infermieri e OSS vengono licenziati dalle cooperative. Per noi è fondamentale non perdere professionalità che hanno creduto nel nostro territorio. Invece, purtroppo, l’Irpinia si sta svuotando irrimediabilmente di servizi e popolazione».
“La stessa cosa vale per i precari che aspettano la stabilizzazione prevista dalla Regione Campania entro la fine del 2022. Per questo (da adesso…) deve partire la procedura. La cosa peggiore è che i soliti avvoltoi, millantando credito (o forse no perché qualche incontro ufficioso già c’è stato?), prospettano ai precari rimasti che saranno tutti licenziati come il resto del personale delle cooperative che oggi opera nelle strutture della Asl, già asfittiche. Il tempo che abbiamo perso grazie al burocratese ha spinto e spingerà sempre di più a dividere i lavoratori fra i vincitori di concorso non compresi, i precari della lettera B e quelli della lettera C, mettendoli uno contro l’altro e alimentando una guerra tra poveri. Alimentata vigliaccamente nelle corsie delle strutture anche da chi ha un minimo di responsabilità aziendale e sindacale».
«Il nostro compito istituzionale è quello di tutelare TUTTI I LAVORATORI e tenerli uniti per la causa comune, al massimo consentito dei loro diritti, stabilito da leggi e contratto. Aspettare e perdere altro tempo limitandosi ad un saluto non ci basta. Non basta a noi, ma, soprattutto, non basta a chi sul luogo di lavoro non ha più tempo da perdere, da lavoratore o cittadino. Ed in particolare, chi ha perso o perderà il lavoro se quanto previsto dalle norme in Irpinia, come sempre, viene utilizzato solo a vantaggio della comfort zone di chi governa la sanità e di coloro che trovano riparo sotto la sua ombra comprensiva...».