Infortuni sul lavoro, la Campania tra le regioni d'Italia con più casi mortali

I dati dell'Inail, le considerazioni del sindacato

infortuni sul lavoro la campania tra le regioni d italia con piu casi mortali

Dal dirigente regionale della Cisl Mario Melchionna riceviamo e pubblichiamo

Avellino.  

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e aprile 2022 sono state 254.493 (+48,1% rispetto allo stesso periodo del 2021), 261 delle quali con esito mortale (-14,7%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 19.287 (+3,5%). Nel primo quadrimestre del 2022 si registra, rispetto all’analogo periodo del 2021, un deciso aumento delle denunce di infortunio nel complesso (dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni “tradizionali”), un calo di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali.

DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di aprile sono state 254.493, in aumento del 48,1% rispetto alle 171.870 del primo quadrimestre del 2021 (+47,7% rispetto alle 172.319 del periodo gennaio-aprile 2020).
I dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano a livello nazionale per il primo quadrimestre del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 152.859 del 2021 ai 230.357 del 2022 (+50,7%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 27,0%, da 19.011 a 24.136.
Nello scorso mese di aprile il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +44,3% nella gestione Industria e servizi (dai 145.569 casi del 2021 ai 210.039 del 2022), un -3,3% in Agricoltura (da 8.218 a 7.946) e un +101,9% nel Conto Stato (da 18.083 a 36.508). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi, in particolare nei Trasporti e magazzinaggio (+160,5%), nella Sanità e assistenza sociale (+127,8%) e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+102,2%).
L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+65,2%), seguito da Isole (+63,1%), Nord-Ovest (+57,7%), Centro (+47,9%) e Nord-Est (+29,5%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+112,4%), la Liguria (+78,9%) e l’Abruzzo (+74,7%).
L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2022 e il 2021 è legato sia alla componente femminile, che registra un +72,1% (da 67.155 a 115.567 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +32,7% (da 104.715 a 138.926).L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+51,6%), sia quelli extracomunitari (+32,8%) e comunitari (+25,7%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni.

CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro lo scorso mese di aprile sono state 261,  45 in meno rispetto alle 306 registrate nel primo quadrimestre del 2021 (19 in meno rispetto alle 280 del periodo gennaio-aprile 2020 e 42 in meno rispetto alle 303 del periodo gennaio-aprile 2019).
A livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento per il primo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 solo dei casi in itinere, passati da 48 a 70, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono scesi da 258 a 191. Il calo ha riguardato l’Industria e servizi (da 263 a 219 denunce) e il Conto Stato (da 18 a 11), mentre l’Agricoltura ha registrato sei casi in più (da 25 a 31).
Dall’analisi territoriale emerge un incremento di due casi mortali nel Centro (da 56 a 58) e un decremento di 40 casi al Sud (da 87 a 47), di sei nel Nord-Ovest (da 80 a 74) e di uno nel Nord-Est (da 66 a 65). Nelle Isole il dato è stabile, con 17 decessi in entrambi i periodi. Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano le Marche (+5 casi mortali), la Lombardia (+3) e le province autonome di Trento (+3) e Bolzano (+2), mentre i maggiori decrementi sono quelli di Campania (-15), Abruzzo (-10) e Molise (-6).
Il calo rilevato tra i primi quadrimestri del 2021 e del 2022 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 29 a 28, sia soprattutto a quella maschile, che scende da 277 a 233. In diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (da 267 a 217 decessi), in aumento quelle dei comunitari (da 10 a 15) e stabili quelle degli extracomunitari (29 in entrambi i periodi). Dall’analisi per classi di età, da segnalare gli aumenti dei casi mortali tra gli under 45 (da 71 a 93 casi) e i decrementi per i 50-64enni (da 172 a 114).

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale presentate all’Inail nel primo quadrimestre 2022 sono state 19.287, in aumento di 658 casi (+3,5%) rispetto allo stesso periodo del 2021 (4.519 casi in più, per un incremento percentuale del 30,6%, rispetto al pari periodo del 2020.I dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno mostrano un aumento per il primo quadrimestre del 2022 rispetto al pari periodo del 2021 nelle gestioni Industria e servizi (+3,7%, da 15.278 a 15.848 casi) e Agricoltura (+2,9%, da 3.175 a 3.268), e una flessione nel Conto Stato (-2,8%, da 176 a 171). L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce nel Nord-Ovest (+10,9%), nelle Isole (+9,2%), nel Sud (+6,8%) e nel Centro (+2,5%), e un decremento nel Nord-Est (-4,6%).

Considerazioni

Occorre un impegno comune per evitare le morti sul lavoro. Ogni volta che si registra un incidente mortale sui luoghi di lavoro ci lascia tutti  rattristati e allo stesso tempo arrabbiati perché si poteva e si doveva  fare qualcosa per evitarlo. Il lavoro è sinonimo di vita non è solo un fattore economico, non è una merce di scambio ma nel lavoro gli uomini e le donne realizzano una parte di sè, con il lavoro si può progettare e costruire il proprio futuro e avere un reddito certo per vivere per sè e per la propria famiglia, ma nel rispetto della dignità umana, della sicurezza e dell’ambiente. Nonostante siano state messe in campo risorse economiche, impegno e azioni  per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro, purtroppo ci rendiamo conto che tutto ciò non è sufficiente. L’incremento degli infortuni del primo quadrimestre 2022 è sicuramente dovuto  alla ripresa economica dopo la pandemia da covid-19, con l’aumento delle ore lavorate e dei carichi di lavoro. Dobbiamo verificare con attenzione il rapporto su ogni singolo infortunio e non limitarci a pubblicare i numeri, per poter costruire campagne di prevenzione efficaci, mirate sui settori e sulle lavorazioni più a rischio, cogliendo le vere criticità. Bisogna partire proprio dai giovani, che sono i primi che necessitano di una formazione continua sulla sicurezza, perché oggi più di ieri i lavori, e quindi i pericoli, cambiano continuamente. C’è un problema legato ai lavoratori più anziani, oggi più numerosi nei luoghi di lavoro a causa delle continue e spesso sbagliate riforme delle pensioni, con una valutazione attenta dei carichi di lavoro e del tipo di lavoro svolto, che tenga conto anche dell’età. La Regione Campania è tra quelle più colpite dal fenomeno degli infortuni mortali nei luoghi di lavoro. Serve un coordinamento di tutte le attività sulla sicurezza, sia di elaborazione (assieme a tecnici, università, rappresentanti dei lavoratori e delle aziende), per verificare e aggiornare le procedure di prevenzione e sicurezza alla luce dei mutamenti del lavoro. Infine, la principale battaglia resta quella per promuovere la “cultura della sicurezza”. La sicurezza non è un costo ma un investimento! Non basta un corso di qualche ora o qualche rivista da leggere velocemente quando si inizia a lavorare. Serve una formazione strategica, vera e costante a cominciare dalle scuole. La Regione Campania potrebbe farsi promotrice nei confronti degli Istituti Scolastici Superiori, destinando risorse per progetti specifici, affinché prevedano, soprattutto per i professionali e i tecnici, un corso specifico sulla sicurezza, in sinergia con gli Enti di Formazione di settore riconosciuti (es. Centro di Formazione e Sicurezza in Edilizia, ecc.).E’ su questi temi che si misura la volontà effettiva di tutti per fare fronte al valore immenso che rappresenta la vita della persona. Non ci possono essere ostilità o inoperosità, non c’è profitto o interesse che regga di fronte alla sicurezza e al rispetto della dignità del Lavoro!…

Mario Melchionna dirigente regionale Cisl