"Natale è per tutti o per pochi?"

"Senza questo bambino ogni cosa è smarrita, diviene senza futuro, senza vita"

natale e per tutti o per pochi

Samo disposti ad andare, a farci pellegrini, come i pastori, a rivivere l’evento di grazia che ha segnato il passaggio epocale del mondo...

Ariano Irpino.  

 

Sergio Melillo Vescovo 

«Quanno nascette Ninno, quanno nascette Ninno a Betlemme, era notte e pareva miezojuorno». (Sant'Alfonso Maria De’ Liguori).

Questo breve verso dà il senso di una Luce che accende di splendore il Mondo! Questa Luce non viene sempre accolta e par confondersi tra mille altre luci che distolgono il nostro sguardo dalla vita.

Ma, che cosa è davvero il Natale? È Dio che si è fatto uomo, figlio di Maria, una giovane donna, una madre, “… uno di noi, ed è rimasto ciò che Egli è eternamente, Figlio del Padre ... , che come Dio era in tutto, ma sempre «dall'altro lato del confine» è venuto al di qua del confine, ed è stato ora presso di noi, con noi ”(Romano Guardini).

Ritorna nuovamente il Natale, come l’Atteso, di cui si è persa la memoria. Pare che abbiamo dimenticato questo Bambino che continua a nascere tra le ombre - non solo di quella notte - ma, tra le tante che oggi avvolgono il mondo. Ombre che oscurano l’umano, i poveri, le persone sole, i senza dimora, i migranti, le famiglie, gli anziani, i giovani intimoriti da un futuro che appare sempre più incerto.

Chiediamoci perciò: Natale è per tutti o per pochi? Per i pochi immersi nella frenesia delle cose o per i tutti che sentono il peso delle difficoltà, del lavoro che manca, delle sofferenze che li visitano? Questa notte che cosa vogliamo vedere? O meglio, siamo disposti a vedere quello che accade a Betlemme come un avvenimento che ci riguarda? Oppure vogliamo essere sempre più indifferenti, perfino da rimuovere il presepio come se fosse uno scenario inattuale?

Questa notte siamo disposti ad andare, a farci pellegrini, come i pastori, a rivivere l’evento di grazia che ha segnato il passaggio epocale del mondo.

Pensate, Dio si mette in gioco, non rimane distante, è un continuo dono e sorprende con la sua venuta, la sua presenza. La veglia della Notte, il presepio, il Bambino deposto sulla paglia, un pane spezzato per tutti, una Presenza che non viene mai meno; questo è il Natale: una fraternità da ritrovare, una condivisone del Pane, una prossimità e una vicinanza.

Di questo oggi noi tutti abbiamo bisogno, non solo per una sorta di nostalgia ma, perché senza questo Bambino ogni cosa è smarrita, diviene senza futuro, senza vita. Sta tutto qui Natale: una famiglia, un padre, una madre, un Figlio che porta in sé il reale incontro tra il Divino e l’umano; Dio che come un neonato viene deposto sulla dura greppia della Vita, fatta di gioie e di dolori, che Lui con amore affronta e redime. Santo Natale!