Da snodo fiorente per l’economia a cloaca urbana. Questa la sorte ad oggi del Rio Fenestrelle, corso fluviale a carattere torrentizio che attraversa l’Area Vasta da Monteforte Irpino ad Atripalda, passando per Mercogliano ed Avellino, sviluppando intorno a sé un parco già naturalmente costituito ma mai nato, pilastro portante dell’idea di rigenerazione urbana dell’amministrazione Di Nunno a meta` degli anni ’90.
Quasi trent’anni di progetti e proposte mai realizzate ruotano intorno al Fenestrelle, che in passato ha definito i confini geografici e politici di questo territorio, definendone l’orografia ma soprattutto incanalando la vocazione economica di un’intera comunità verso l’elemento acqua, con la nascita di numerosi opifici, quali Cartiere, Tintiere, Gualchiere e Ferriere.
Dalla creazione nel 2020 del Comitato Aperto per la Salvaguardia del Torrente Fenestrelle - guidato dall’ex consigliere comunale Salvatore Cucciniello per fare pressione sulle amministrazioni con l’intento di “preservare la memoria storica dell’area con misure volte al risanamento del corso d’acqua” - la questione storica ed ambientale è ritornata sui tavoli della politica, forte della spinta del Consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli – presidente della commissione agricoltura della Regione Campania – il quale ha rispolverato l’idea di Parco Urbano portandola fino a Palazzo Santa Lucia.
Ci si chiede a questo punto quale sarà il futuro del progetto.
Dopo il protocollo d’intesa stipulato in agosto sulla creazione dell’Ente Parco Fenestrelle a valenza regionale – riferisce il coordinatore provinciale di Europa Verde ing. Luigi Tuccia - i comuni firmatari, ad eccezione di Atripalda, si sono subito adoperati per individuare le aree e i confini di loro competenza: “Siamo in attesa della delibera di Giunta del Comune di Atripalda, dopodiché abbiamo intenzione di organizzare un Consiglio Comunale congiunto, con lo scopo di mettere in atto azioni amministrative volte alla realizzazione finalmente del Parco Urbano a carattere regionale con il regolamento da attuare e la perimetrazione annessa. Sono progetti che già abbiamo studiato e concordato, sia con i quattro Comuni che con l’assistenza regionale del Consigliere Borrelli”.
Parlare di Parco Urbano oggi significa non solo accompagnare la città di Avellino e l’Area Vasta che la circonda verso un avvenire ecosostenibile ed innovativo, ma vuole essere anche un tentativo sia per rimediare agli scempi che la città ha dovuto subire - con la mortificazione post-terremoto del tessuto urbano e la devastazione delle aree collinari - che di conservazione e valorizzazione del territorio, segnale di forte sensibilità, di rispetto e conoscenza delle proprie radici. Non si tratta solo di allestimento di piste ciclabili e sgambamenti per i cani, ma di costruire una nuova narrazione antropologica che può ripartire proprio da lì, dall’originario legame con l’acqua e la terra.
Martina Barca