Ho partecipato questa mattina davanti all’Asl Montoro all’iniziativa a difesa della sanità pubblica e delle strutture sanitarie del territorio.
Un presidio che è servito a rimarcare i ritardi della politica in un settore essenziale come la sanità.
Mi indigna il fatto che anche a fronte di atti di Giunta e di Consiglio regionale non vi sia quasi nessuna azione concreta susseguente. Dall’assistenza assolutamente carente nel settore dell’autismo, alla medicina territoriale con lo scandalo delle zone carenti di medici di famiglia non rimpiazzati, fino allo smantellamento dei consultori. E non posso dimenticare l’incredibile vicenda dei precari a cui non viene applicata un’indicazione di indirizzo della giunta che affida ai manager l’impegno a stipulare contratti a 36 mesi.
Storia a parte la vicenda del pronto soccorso dell’ospedale di Solofra e dei reparti chiusi in quel presidio. Come appare drammatico lo stallo nei piani di zona a fronte di cospicui finanziamenti.
Si tratta di questioni che hanno a che vedere con la vita delle persone e che dovrebbero scuoterci. In un difficile momento come quello dell’emergenza pandemica, i manager hanno continuato a tagliare investimenti e chiudere reparti, a bandire concorsi come si fosse in una situazione di ordinarietà.
Ho fatto numerose interrogazioni al presidente della Giunta regionale su queste tematiche, per molte di esse attendo risposte.
Ringrazio gli organizzatori che hanno voluto invitarmi, davanti a questi temi che da consigliere regionale, componente della commissione sanità, mi stanno impegnando dall’avvio della legislatura, mi sento innanzitutto vicino alle famiglie e ai lavoratori. Sulla salute non c’è da fare battaglie sotto questo o quel colore politico. C’è da fare i conti con la propria coscienza