Ariano invoca Sant'Ottone come ai tempi della peste

Il Vescovo Sergio Melillo: "Guarda il nostro paese, la diocesi, le famiglie. Liberaci, aiutaci."

ariano invoca sant ottone come ai tempi della peste

E' il giorno del Santo Patrono...

Ariano Irpino.  

E' il giorno del santo patrono Ottone Frangipane, protettore della città di Ariano e della diocesi. Una festa anche quest'anno in tono minore ma che vedrà comunque la celebrazione della liturgia alle ore 18.30 presieduta dal vescovo Sergio Melillo, rispetto al 2020 quando in piena pandemia, a causa delle restrizioni ecclesiali imposte dal Governo legate al coronavirus avvenne in diretta streaming.

E' molto forte legame e la devozione degli arianesi al santo eremita a cui è stato anche intitolato l’ospedale cittadino di via Maddalena che mai come in questo momento necessita della sua protezione, anche dopo la recente scomparsa del direttore sanitario Angelo Frieri.

La storia racconta che Ottone giunse ad Ariano ormai vecchio e si fermò nel disadorno romitorio di San Pietro de Reclusis, alle falde della città, a tre quarti di miglio dalle sue mura. La sua vita eremitica fu accompagnata da innumerevoli prodigi e fu spesa tutta nell'umiltà e nella carità.

Sant’Ottone nacque a Roma verso il 1040 e discendeva dalla nobile famiglia dei Frangipane.  Dopo un lungo pellegrinare, il santo giunse ad Ariano Irpino verso il 1117. Qui  per tre anni gestì un ospizio per pellegrini, che egli stesso aveva fondato, dando esempi di carità, finchè non decise di ritirarsi a vita eremitica, come già detto, nella chiesetta di San Pietro, oggi ancora esistente e chiamata San Pietro de’ reclusis, dove restò in penitenza in una piccola cella chiamata romitorio. Nel 1127, dopo sette anni di eremitaggio e 10 anni trascorsi ad Ariano, morì.

La figura miracolosa del santo viene associata a molte calamità ed eventi tristi che hanno messo a dura prova la città, come nei tempi della peste.

Sant’Ottone è molto venerato anche nella città di Castelbottaccio, nel Molise, dove è anche qui il patrono. Inoltre si associa la protezione del santo a quella triste sera del 23 novembre 1980, quando il campanile della piazza si piegò su se stesso, sotto gli occhi di una folla che in quel momento animava la città. Gli arianesi rimasero indenni da quelle macerie e c’è chi intravide la mano del santo volta a proteggere il tricolle.  Ad Ariano i maggiori centri di culto del santo sono la cappella di Sant'Ottone, la principale della cattedrale e l’antica chiesa di San Pietro de’ reclusiis. Il più bel monumento dedicato a Sant’Ottone ad Ariano è sicuramente la statua del santo posta nel 1502 dall’allora vescovo di Ariano, Nicola degli Ippoliti, nella nicchia sovrastante il portone destro della facciata della cattedrale. In estate avviene da anni la rievocazione storica del dono delle sacre spine e in questa circostanza il santo tanto caro ai pellegrini del tricolle viene portato in processione lungo le strade cittadine.

Sant’Ottone viene venerato anche a Pianezza ed Alpignano, in Piemonte dove esistono comitive di Arianesi, emigrati da anni, fortemente legati al santo eremita, amante soprattutto dei forestieri. E non ci sarà quest'anno la benedizione e distribuzione del pane, una tradizione ripresa negli anni scorsi da un gruppo di associazioni, sotto la spinta di Remo Pernacchia. E non ci sarà neppure il bacio del braccio di Sant'Ottone. Tradizioni solo momentaneamente sospese ma che non moriranno mai.