Resta una fase d'attesa, ma i Comuni sono pronti al rilancio nell'era post-covid e di gestione del virus. "Serino ha un potenziale straordinario, forse uno dei più ricchi in termini di patrimonio storico, artistico, culturale, archeologico e naturalistico e tutto questo rappresenta la chiave di volta dell’economia locale. - spiega a ottopagine.it l'assessore con delega alla Cultura, al Turismo e allo Spettacolo del Comune di Serino, Sabino Matta - Il turismo di Serino guarda al futuro, mettendo al centro il turista e la qualità della sua esperienza ma anche, e sempre di più, la sicurezza, in grado di incidere in maniera trasversale su molteplici contenuti: ambiente, agricoltura, cultura, servizi, commercio e produzioni. Il difficile periodo che stiamo vivendo ha segnato sicuramente il settore turistico locale e non solo. Vogliamo contribuire in modo determinante al turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi, al turismo religioso e delle nostre campagne, offrendo esperienze a tutto tondo che permettono realmente di vivere il territorio a 360 gradi. Alla ripartenza bisognerà adottare misure di prudenza, monitoraggio continuo per prevenire il rischio di una epidemia di ritorno. Di qui, la necessità di vivere sempre con la massima cautela. Sarà una ripartenza graduale in cui bisognerà sperimentare come usufruire degli spazi pubblici in modo diverso e pensare a sostenere le piccole realtà economiche e culturali del paese".
La ripartenza: "Si tratta di ricostruire ciò che è andato distrutto in questi mesi, di ribaltare l’immagine del paese per tornare a renderla attrattiva, anche sotto il profilo turistico. - aggiunge Matta - Crediamo che una leva fondamentale per ripartire possa essere la promozione turistica, enogastronomica e culturale. Molte manifestazioni culturali andranno ripensate, al tempo del coronavirus, e pensiamo che il rilancio del paese non possa che passare da una particolare vivacità del ricco sistema della cultura che il paese è in grado di esprimere, accompagnata al requisito di “paese sicuro”. Il turismo enogastronomico deve, invece, avvenire tenendo conto della sostenibilità ambientale e delle peculiarità dei beni naturali ed artistici. Con lo sviluppo del turismo enogastronomico, oltre a valorizzare e far conoscere i prodotti tipici del nostro territorio, si contribuisce a creare una sinergia con le attività legate alla produzione agricola e alla trasformazione dei prodotti dell’agricoltura. Infatti, buona parte dei prodotti usati nella preparazione dei menù tipici è a chilometro zero. Quindi, con prodotti da aziende locali nelle quali lavorano persone residenti nel territorio. Il tutto, naturalmente, avviene a bassissimo impatto ambientale in quanto vengono eliminate le emissioni legate al trasporto. Il tessuto economico del paese, fatto in gran parte di servizi, commercio e piccole imprese agricole e artigiane, è stato fortemente colpito.
In gioco c’è l’anima stessa del Comune, fatta di relazioni, socialità e condivisione. Ci sono la vivacità, il decoro e la sicurezza dei luoghi. Ma soprattutto c’è il reddito di migliaia di famiglie, a vario titolo coinvolte nelle occupazioni che caratterizzano questi settori e che la perdita di molti posti di lavoro porterebbe a precipitare in una condizione di immediata precarietà".