Lacrime e disperazione per una morte ingiusta e inaspettata. Un giorno di profondo dolore per Ariano nel borgo antico della Guardia, tanto caro a Maria Sicuranza, la 52enne rimasta vittima del terribile schianto sul raccordo Avellino – Salerno all’ingresso di una galleria diventata maledetta.
Non ce l’ha fatta a celebrare da solo il rito funebre don Daniele Palumbo, accanto a lui anche don Raffaele Iorizzo. Due sacerdoti giovani come lo era la giovane vita di Maria. Ed è a don Daniele che suo fratello Roberto ha affidato queste parole.
“Non avrei mai voluto salutarti così. Non so dopo quanti anni, avevo ritrovato il sorriso. Mi pervadeva una strana felicità. Avevo addirittura osato parlarne, l’avevo detto ad Eleonora. Mi sentivo quasi realizzato nel lavoro, come marito e come padre e avrei voluto dirtelo lunedì ma non ho fatto in tempo. Per una volta avrei voluto portarti una bella notizia. Ero ansioso di scriverti. Avrei voluto dirti che piano piano ce la stavo facendo a realizzarmi e che si erano aperte nuove strade lavorative per me finalmente. Eri orgogliosa di ciò che facevi, avrei voluto sempre conquistare anch’io un traguardo quantomeno vicino ad uno dei tuoi successi personali, sai magari essere anche io uno bravo, in fondo ci somigliavamo tanto. Te ne sei andata insieme alla tua più grande passione, nessuno avrebbe mai potuto impedirti di metterti in sella. E non ho mai provato a dirti nulla. Avrei perso solo tempo. Ora sono qui ad interrogare il destino, i miei pensieri, i miei ricordi. Tolgono il posto alle parole. Dire che lasci un vuoto è riduttivo, io mi sono svuotato, il mio sguardo all’improvviso si perde nel nulla.”
Applausi e lacrime all’uscita della bara e in Piazza Mazzini, un rombo tanto caro a Maria, decine di moto schierate per lei, per quella sua smisurata passione. Le sue amiche Emilia Fioriello e Anita Grande, insieme al gruppo Valle Ufita in moto e centauro irpino hanno scandito il loro saluto e lanciato palloncini bianchi insieme ai volontari dell'associazione Vita verso un cielo limpidissimo e un sole accecante. L’ultimo regalo più bello per Maria.