AI tempo del G8 di Genova Don Vitaliano della Sala divenne uno dei volti simbolo del movimento no global. Sono già passati 19 anni da quel vertice internazionale segnato dalla violenza e dalla morte di Carlo Giuliani, il mondo è cambiato e la globalizzazione ha prodotto trasformazioni irrimediabili.
Dopo 19 anni il prete barricadero irpino non rinnega quell’impegno che gli costò anche pesanti ripercussioni sulla sua vita ecclesiastica. Oggi è parroco a Mercogliano, non fa più parte di movimenti, ma il suo impegno sul campo non è cambiato.
"Faccio ancora il no-global", ha affermato all’AdnKronos."In quegli anni facevamo molta teoria, giustamente, poi però i confronti bisogna tradurli in realtà e azioni concrete. Molti di noi lo stanno facendo in modi diversi: Casarini attraverso l'impegno verso i migranti, io continuo a fare il prete e mi occupo di poveri lottando contro il neoliberismo sfrenato. Lo facciamo concretamente. Nessuno si è pentito di quello che ha fatto, anzi ognuno di noi sta cercando di realizzare a modo suo un altro mondo possibile".
Il prete rosso spiega di ricevere attestati di stima per quanto compiuto in passato. "Ogni tanto qualcuno tra cui anche il mio vescovo di Avellino- ha spiegato don Vitaliano- mi dice 'avevate ragione voi'. Purtroppo è brutto sentirselo dire dopo tanti anni, però è una bella soddisfazione. Non abbiamo sbagliato, forse è stato sbagliato qualche metodo, il modo di comunicare". Il no-global duro e puro ammette che proprio ieri ripensava a quando con Casarini "nella mia vecchia parrocchia, facemmo quella 'dichiarazione di guerra' al G8". Una dichiarazione che, secondo il prete, fu strumentalizzata. "Non era una dichiarazione di guerra violenta, ma ideologica", ha sottolineato don Vitaliano.
“In quegli anni facevamo molta teoria, giustamente, poi però i confronti bisogna tradurli in realtà e azioni concrete - dice all'AdnKronos -. Molti di noi lo stanno facendo in modi diversi: Casarini attraverso l'impegno verso i migranti, io continuo a fare il prete e mi occupo di poveri lottando contro il neoliberismo sfrenato. Lo facciamo concretamente. Nessuno si è pentito di quello che ha fatto, anzi ognuno di noi sta cercando di realizzare a modo suo un altro mondo possibile".
Della Sala, in strada a Genova, fu testimone degli scontri e della violenza di quei giorni: "Intanto, aborro ancora di più la violenza e a Genova ne vedemmo tanta da parte di tutti, anche dai manifestanti, ma quel che è peggio dalle forze dell'ordine. Ci fu un brutto passo in avanti nel modo di contrastare le manifestazioni. Quella brutta pagina della democrazia dimostra quanta paura aveva il potere di quel popolo che scendeva in piazza con tanti difetti, perché non è che da una parte c'erano i buoni e dall'altra i cattivi". Duro il suo giudizio sui fatti di Bolzaneto: "Chi ha sbagliato tra i manifestanti ha pagato- ha spiegato don Vitaliano- invece nessuno ha pagato per Bolzaneto, per la Diaz, ma soprattutto per le violenze di strada".
Ma oggi esiste qualche traccia dei movimenti no-global? Per don Vitaliano sì. Secondo il prete no-global una parte di quell’eredità ideologica è stata raccolta dalle "Sardine": "Guardo con interesse, se mi invitano vado volentieri. È bello che ci sia sempre un gruppo di giovani che non si arrende alla violenza di chi comanda, al fatto che i poveri siano sempre più schiacciati, all'arroganza della politica".