Tensioni e litigi fra vicini di casa accumulatisi nel tempo, quasi sempre per motivi banali; una coesistenza difficile, che, improvvisamente è sfociata in tragedia con la morte di un 39enne. Accadeva a Casola di Domicella il 1 marzo del 2009. Antonio Iovio, che all’epoca dei fatti aveva 80 anni, imbracciò il fucile che possedeva illegalmente e fece fuoco da distanza ravvicinata contro il suo vicino Giovanni Romano, 39 anni: tre scariche di pallettoni, una delle quali ferì mortalmente all'addome l'uomo, deceduto un'ora dopo il ricovero all'ospedale di Nola. Oggi, dopo un periodo trascorso ai domiciliari, l’omicida torna in carcere a 85 anni per scontare una condanna a 30 anni di reclusione.
Il Tribunale di Napoli ha infatti revocato gli arresti domiciliari ad Antonio Iovio, concessigli poco prima di Natale. Li stava scontando in casa della sorella alla frazione Casola di Domicella, a poche decine di metri di distanza dall'abitazione dove tuttora vivono i familiari della vittima. E sarebbe proprio la vicinanza all’abitazione dei parenti di Romano il motivo alla base del provvedimento deciso dai magistrati, eseguito nella giornata di ieri dagli agenti del Commissariato di Lauro.
Gli uomini del dirigente Aniello Ingenito hanno trasferito infatti l'anziano presso il carcere napoletano di Poggioreale, dove malgrado l’età e i problemi di salute ad essa legati, dovrà finire di scontare la pripria pena. Iovio esplose tre colpi di fucile da distanza ravvicinata contro Giovanni Romano, idraulico, celibe, al culmine dell'ennesima lite provocata da dissapori e dissidi per questioni di confine.
E' fu proprio dalla ricostruzione di questo clima di continua ostilità tra vicini di casa che partirono le indagini del Commissariato di polizia di Lauro e della Squadra Mobile della Questura avellinese, conclusesi con l'arresto dell'omicida che in un primo momento si era dato alla fuga. La costruzione di un muretto a secco tra le due abitazioni fece esplodere la rabbia di Iovio nei confronti del suo vicino di casa.
Rocco Fatibene