“Oggi rsa e strutture per anziani vengono descritti come l'inferno: è giusto che situazioni vergognose vengano evidenziate e condannate, ma è altrettanto giusto evidenziare che ci sono esempi opposti a quelle storie vergognose, esempi virtuosi, che hanno protetto quell'enorme patrimonio che sono i nostri anziani”. Così Adelina Galdo, psicologa e psicoterapeuta di Villa del Sorriso, struttura per anziani di Chianche, di quelle dove il calore umano e il sorriso sono d'ordinanza assieme alla professionalità.
Nata nel 2006 grazie al dottor Benito Peluso, medico e psichiatra, oggi Villa del Sorriso è “un condomino all'antica – spiega Adelina – dove i nostri anziani ridono, chiacchierano, fanno festa, popolano la chiesetta che abbiamo di fronte: uno di quei bei condomini di paese che diventano una grande famiglia”.
Ma si sa, il covid ha cambiato tutto, ma qui le regole ferree decise tempestivamente hanno consentito di conservare il calore umano e di non gravare sugli ospiti: “Ne abbiamo 28 – racconta la dottoressa – e già ad inizio febbraio quando arrivavano le prime notizie riguardanti il covid ci siamo organizzati per tutelarli al meglio. Con misure rigide, un lockdown che abbiamo anticipato rispetto al resto d'Italia proprio in considerazione della fragilità dei nostri ospiti: chiusura totale ai fornitori, chiusura totale ai familiari. L'effetto pratico immediato è stato vincente: nessun contagio e neppure casi sospetti, ma anche quel che temevamo di più, ovvero l'effetto psicologico sugli anziani non è stato impattante, anzi”.
Eh già, perché gli allegri vecchietti di “Villa del Sorriso” si sono organizzati alla grande: “Si sono adattati subito, hanno imparato a usare le videochiamate, divertendosi. Si sono organizzati al meglio per la mensa dove di solito mangiavano vicini, si creavano coppie e gruppi di amici inevitabilmente molto vicini anche per i problemi all'udito: nonostante siano stati sistemati su più piani e a distanza hanno capito bene. Hanno seguito con curiosità l'evolversi della vicenda attraverso la tv. E ci hanno chiesto pure le mascherine, che ovviamente in struttura non erano necessarie: insomma, nessuna sindrome di abbandono, si sono adattati alla grande proprio in virtù del rapporto umano e del calore che si respira in struttura”.
Se gli anziani, protetti, sono riusciti a viverla grazie a una tranquillità ovattata e carezzevole, qualche difficoltà l'hanno avvertita gli operatori: “Inevitabile che in una fase del genere, sentendo la responsabilità della vita di 28 anziani a cui ovviamente ti leghi, lo stress si sentisse. Per questo, ma anche per aver dovuto fronteggiare una situazione in cui era complicato far arrivare mascherine, introvabili, così come i calzari. Però alla fine tutti gli operatori sono stati encomiabili: optando, proprio in virtù della responsabilità che sentivano, per un isolamento non solo lavorativo ma anche personale per proteggere gli anziani, i colleghi”.
Oggi la fase 2 ancora non è arrivata per Villa del Sorriso: “Le misure di sicurezza restano: non solo non abbiamo aperto a familiari e fornitori, ma neppure ai nuovi ingressi. Valutiamo per il futuro visite attraverso porte a vetri, per evitare contatti, ma servirebbe un piano per concordare la ripartenza con tutti e per questo il dottor Marcello Peluso, che dirige la struttura, ha scritto alle istituzioni. Vedremo: l'importante è che i nostri ospiti siano al sicuro”.