"Quando la Conferenza Episcopale, d'accordo con il Governo, ci dara' regole chiare e precise per riprendere le celebrazioni", precisa il vescovo di Ariano Irpino, monsignor Sergio Melillo, che ha vissuto in prima linea l'emergenza coronavirus e ha perso anche due religiosi. Una cosa è certa: il dispenser di igienizzante sarà accanto all'acquasantiera a secco. Cambieranno le regole, cambiera' qualcosa anche nella liturgia ma non si sa quando.
Il rapporto con i fedeli però non è cambiato. "Anzi per certi versi si e' rafforzato - continua il Vescovo - E le chiese non sono mai state chiuse" aggiunge il pastore della Diocesi di Ariano e Lacedonia che in questo periodo ha usato tutti i mezzi tecnologici per far 'visita' ai suoi fedeli. "Io non amo parlare di distanziamento sociale. Quello anzi andrebbe ridotto al minimo. C'e' il distanziamento fisico, ma abbiamo riscoperto altri modi per sentirci vicini, cosi' come la Chiesa sta facendo veramente tanto per le persone, per i poveri, che sono sempre di piu'". E intanto c'e' da pensare alle comunioni. "Questo era il periodo di preparazione per molti bambini - spiega monsignor Melillo - la preparazione continua grazie ai social. Abbiamo scoperto modi nuovi e anche belli. Ma per le funzioni dovremo aspettare".
Anche Don Vitaliano della Sala, vice direttore della Caritas di Avellino esprime il desiderio di riprendere le funzioni religiose "Ma le chiese sono spesso piccole, sono luoghi chiusi e non e' facile far rispettare le distanze - dice Don Vitaliano - E forse, come ci dice il Vangelo d San Giovanni, dovremmo cominciare a pensare all'Eucarestia come al servizio per gli altri". Da due mesi la menza dei poveri sperimenta una sorta di autogestione per non chiudere la struttura e ospitare chi non aveva casa e non poteva stare in strada, e organizza ogni giorno la consegna di pasti caldi a decine e decine di persone. "Temo che quando calera' l'attenzione dell'opinione pubblica, ci sara' un esercito di nuovi poveri dei quali nessuno si curera'. Se uscissimo dall'idea che tre messe al giorno, una messa per ogni inaugurazione o cerimonia, rappresentino tutto il nostro essere cristiani, forse riscopriremmo anche il valore di una messa".